Nasa Space App Challange:
in gara due team napoletani

Nasa Space App Challange: in gara due team napoletani
di Mariagiovanna Capone
Sabato 15 Aprile 2017, 09:14
3 Minuti di Lettura
Con 169 città iscritte in tutto il mondo, Nasa Space Apps Challenge di quest'anno registra già un record. L'appuntamento per il più grande hackathon mondiale promosso e organizzato dalla National Aeronautics and Space Administration, la prestigiosa agenzia governativa statunitense responsabile del programma spaziale e della ricerca aerospaziale, è per il 29 e 30 aprile. In Italia gode del patrocinio della Missione Diplomatica USA, e a Napoli è organizzato dal Consolato generale e sarà ospitato per la prima volta negli spazi del Polo Tecnologico di San Giovanni a Teduccio, nell'edificio adiacente la iOS Developer Academy creato dalla partnership tra Apple Università Federico II. Da poche ore è scattata l'ora x per decine di studenti, maker, scienziati, designer, imprenditori e appassionati di scienze e tecnologia che finalmente potranno iscriversi alla gara internazionale che permette di produrre, utilizzando dati messi a disposizione dalla Nasa, soluzioni «open source» per affrontare sfide globali. 

Quest'anno il tema della competizione è Scienza della Terra, declinato in cinque categorie: The Earth and Us, Planetary Blues, Warning! Danger Ahead!, Our Ecological Neighborhood, Ideate and Create!. Per partecipare all'evento, basta iscriversi gratuitamente fino a esaurimento dei posti disponibili al link ufficiale e presentarsi alle 9 del 29 aprile a San Giovanni a Teduccio. Saranno garantite la connessione wifi, le prese per la ricarica di smartphone, tablet e laptop, oltre che la possibilità di connettersi in remoto con le altre sedi dell'hackathon. I partecipanti potranno inoltre usufruire del supporto di mentor, ovvero esperti del settore, oltre che strumenti hardware per la creazione del loro prototipo. Una volta scelto il tema tra quelli proposti dalla Nasa nell'ambito Scienza della Terra, i partecipanti si formeranno autonomamente in gruppi, cercando di amalgamare differenti conoscenze per la buona riuscita della gara. I primi tre classificati riceveranno dal Consolato Generale degli Stati Uniti a Milano un premio in denaro e i primi due saranno ammessi alla selezione globale della Nasa che individuerà (dopo circa un mese) i vincitori mondiali per ciascun challenge. In palio, per i vincitori a livello mondiale, vi è l'opportunità di assistere al lancio di un missile spaziale. 

Due i collettivi napoletani che parteciperanno alla Space Challenge ovvero Sfogliatella To Mars e Space Kangaroos. Ma ciò che gratifica maggiormente è la scelta del campus di San Giovanni a Teduccio come location ufficiale di Napoli, che si attesta sempre più come fucina di talenti per giovani scienziati. 

La Nasa Space Apps Challenge, nata nel 2012 per volere del presidente Barack Obama per incentivare le iniziative «open source», è un hackathon internazionale di 48 ore dedicato alla tecnologia spaziale e alle sue applicazioni terrestri. I partecipanti sono invitati a lavorare a diverse sfide (in diverse città al mondo) proponendo innovative soluzioni e ricevere il titolo di Galactic Problem-Solver. Essendoci numerosi settori di applicazione, possono partecipare tutti coloro che hanno la passione per il pianeta Terra e lo Spazio, ma anche la voglia di lavorare con un team interdisciplinare sulle varie sfide globali. L'hackathon dell'anno scorso ha registrato numeri da record, con più di 15 mila partecipanti nei 6 continenti e gli studenti italiani hanno ricevuto menzioni d'onore e hanno vinto nelle proprie categorie. A Napoli, in particolare, parteciparono 17 squadre e quella vincitrice fu Sfogliatella to Mars, team partenopeo composto da laureati e laureandi in Ingegneria Aerospaziale della Federico II, Armando Mocerino, Lorenzo Pavone, Michele Pernetti, Francesco Perrelli e Dario Pisanti. La loro idea Srs Explorer - Spider Robot Suit Explorer ovvero un robot a forma di ragno in grado di esplorare la superficie di Marte saltando proprio come un aracnide, superando il suolo discontinuo e il terreno sconnesso senza problemi. «La gara è un'occasione importante per mettere in pratica le proprie conoscenze accademiche» spiega il collettivo. «Ma potrebbe contribuire a cambiare la vita dell'umanità: il gruppo di Torino tra i primi 5 al mondo lo scorso anno ha infatti sviluppato un progetto sui cambiamenti climatici».
© RIPRODUZIONE RISERVATA