Smart cityes e fabbrica intelligente:
ricerca in mostra a Futuro Remoto

Smart cityes e fabbrica intelligente: ricerca in mostra a Futuro Remoto
di Rossella Grasso
Venerdì 9 Novembre 2018, 18:33
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A Futuro Remoto la scienza si tocca con mano. Tra giochi ed esperimenti grandi e piccoli possono capire tutto anche degli argomenti più ostici come  la meccanica quantistica o la chimica. I workshop si susseguono uno dopo l'altro grazie alla partecipazione di scienziati, riceratori e docenti universitari che mettono in esposizione i risultati da laboratorio di ricerche che influenzano la vita di tutti i giorni. «Il fututo non è remoto - ha detto Gaetano Manfredi, Rettore della Federico II - Oggi in un sistema di competizione globale, nel contesto di economie in cui il valore delle competenze e della conoscenza, legate anche al digitale, ormai è determinante. Se non c'è collaborazione tra imprese, università e strutture di ricerca non c'è impresa. Nessuna impresa può competere se non ha una salda capacità di ricerca e formazione. La ricerca è importante per tutti altrimenti non c'è nessuna possibilità per il Paese di essere competitivo a livello internazionale».

Tutto ciò lo dimostra Futuro Remoto, a Città della Scienza fino all'11 novembre. Sui banchetti espositivi ci sono le più moderne tecnologie e le invenzioni che vengono fuori dai laboratori. Come la linea di assemblaggio intelligente in Logica 4.0 creato e portato in mostra dal dipartimento di Ingegneria Chimica, dei materiali e della Produzione Industriale della Federico II per la sezione Fabbrica Intelligente. Ricercatori e studenti in laboratorio hanno creato un prototipo per le industrie in chiave 4.0. «Abbiamo voluto rappresentare l'innovazione della decisione decentralizzata - ha spiegato Mosè Gallo, ricercatore del dipartimento - È un sistema che cerca di riconoscere, tramite consapevolezza di sè, delle anomalie o delle poco efficienti situazioni di funzionamento e autoadatta le sue condizioni operative».
 

Se qualcuno fosse preoccupato dall'effetto delle onde elettromagnetiche sulla salute, al banchetto di Ingegneria Elettronica e delle Telecomunicazioni della Federico II il professor Nicola Pasquino dimostra che rischi non ce ne sono. Sul banco di prova onde radio, cellulari ed elettrodomestici. Le attrezzature tecnologiche consentono di stabilire immediatamente i reali livelli del campo elettromagnetico. «In una casa qualsiasi c'è il wi-fi, sono in uso smartphone ed elettrodomestici. In un'ambiente di questo tipo il valore è di 1,34. I limiti che l'Italia ha fissato sono fino a 6 volte su un metro, i più stringenti di tutta l'Unione Europea posti a circa 60 volte su un metro. Possiamo dire con certezza che rischi per la salute non ce ne sono».
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