C'è più gas serra in Cina che che in tutti gli Stati Uniti e i Paesi sviluppati messi insieme. A dirlo è il rapporto di Rhodium Group, secondo cui le emissioni del Dragone sono più che triplicate negli ultimi tre decenni, costituendo il 27% di quelle registrate su scala globale. Gli Stati Uniti si piazzano al secondo posto con l'11% e l'India al terzo con il 6,6%, superiore al 6,4% aggregato dei 27 Paesi dell'Ue. I risultati del rapporto sono giunti dopo il vertice sul clima voluto dal presidente Joe Biden: nell'occasione il presidente Xi confermò l'impegno della Cina ad un picco di emissioni entro il 2030 per poi iniziare a calare.
Earth Day 2021, Joe Biden vuole dimezzare le emissioni di gas serra negli USA
Le emissioni cinesi di sei gas che intrappolano il calore, come anidride carbonica, metano e protossido di azoto, sono salite fino a 14,09 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente nel 2019, superando il totale dei Paesi Ocse di circa 30 milioni di tonnellate. L'enorme portata dei gas serra di Pechino evidenzia l'importanza della spinta di Xi a raggiungere il picco delle emissioni di carbonio prima del 2030 e poi la neutralità entro il 2060.
«La storia della Cina come principale fonte di emissioni è relativamente breve rispetto ai Paesi sviluppati, molti dei quali hanno avuto più di un secolo di vantaggio - hanno rimarcato i ricercatori nel rapporto -. L'attuale riscaldamento globale è il risultato delle emissioni del passato recente e più lontano». Xi, sempre al summit sul clima voluto da Biden, esortò alla collaborazione per combattere la crisi climatica. «Dobbiamo impegnarci per il multilateralismo e la Cina non vede l'ora di lavorare con la comunità internazionale, compresi gli Usa, per promuovere congiuntamente la governance ambientale globale». Il presidente cinese assicurò un controllo dei progetti di generazione elettrica a carbone: una fonte energetica da limitare nei prossimi 5 anni, con riduzioni nei 5 successivi.