Bitcoin e blockchain per difendere i diritti d’autore

Bitcoin e blockchain per difendere i diritti d’autore
di Rossella Grasso
Sabato 21 Ottobre 2017, 18:12 - Ultimo agg. 22 Ottobre, 19:53
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Subcava Sonora è la prima etichetta italiana a distribuire musica legalmente senza la SIAE. Non commettono alcuna irregolarità perchè si affidano a bitcoin e blockchain, un codice alfanumerico che viene protetto da una serie di computer messi in rete che fungono da nodi e danno la possibilità di rendere inattaccabile quel codice a livello mondiale. «In pratica è lo stesso sistema che usano le banche per proteggere le proprie transazioni – spiega Alfredo Esposito, project manager di Subcava Sonora – e lo stesso vale per un brano musicale a cui viene legato un codice alfanumerico. Sarà quel codice in maniera indefinita a dare la possibilità di condurre l’autore alla composizione, eliminando la possibilità di plagio».

Questo sistema garantisce a chi produce musica di poter proteggere e gestire autonomamente i diritti della propria musica attraverso la riscossione autonoma delle royalties o rivolgendosi a società non intermediarie, piattaforme che offrono questo servizio come Patamu. Questo consente a un artista di decidere sui propri diritti soprattutto in fase di live che è probabilmente la fetta di guadagno più grande soprattutto per quei musicisti non ancora affermati. Già nel 2011 il team di Subcava Sonora organizzò il primo festival completamente creative commons con 6 band. «Sostanzialmente abbiamo dimostrato che era possibile organizzare un festival senza pagare la SIAE, senza per questo andare contro la legge», spiega Alfredo.
 

Un nuovo modo di proteggere i diritti d’autore che nasce dalla necessità di adeguarsi ai sistemi dei nuovi media che si evolvono di continuo e dalle nuove opportunità che offrono le moderne tecnologie e soprattutto il web. «La legge sul diritto d’autore, nonostante qualche cambio in corso d’opera è la numero 633 del 1941 – dice Alfredo - firmata dall’allora presidente del consiglio Benito Mussolini. Le cose sono cambiate repentinamente se si pensa che nemmeno 10 anni fa non esisteva lo straming online e che le canzoni potessero girare in maniera autonoma. Ci ritoviamo una legge sul diritto d’autore che non tiene in considerazione ciò che è accaduto in passato, ciò che accade adesso e soprattutto ciò che accadrà in futuro. È questo il motivo per cui, nonostante ripetute violazioni e richiami da parte dell’Unione Europea, pare che si stia andando verso la fine di un monopolio se non legale quantomeno di fatto, tant’è vero che ci sono alcune realtà che forzano la mano rispetto alla SIAE. Se non è possibile una modifica, noi proviamo a offrire un’alternativa». 
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