Protesi low cost in stampa 3D
con Ethica Mechatronics

Protesi low cost in stampa 3D con Ethica Mechatronics
di Rossella Grasso
Venerdì 2 Marzo 2018, 18:06
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La stampante 3D si manifesta in tutta la sua utilità sociale grazie a Ethica Mechatronics, la startup che stampa protesi funzionali e a basso costo. Si tratta di un dispositivo che migliora nettamente la qualità della vita di quanti purtroppo hanno perso uno dei loro arti, consentendo loro la possibilità di tornare alla vita normale senza spendere troppi soldi. «Ethica Mechatronics è un'organizzazione che nasce con lo scopo di creare prodotti nel campo della robotica e della meccatronica a scopo sociale - spiega Giovanni Raiano, uno dei promotori dell'iniziativa - Per esempio sviluppando protesi robotizzate low cost, per renderlo un prodotto accessibile a tutti».
 


Raiano spiega che normalmente una protesi robotizzata costa tra i 15mila e i 20mila euro. Con l'utilizzo della stampante 3D, invece, il team è riuscito a produrre le stesse protesi al costo di mille mille e cinquecento euro. Praticamente quanto uno smartphone di ultima generazione. «Inoltre forniamo un servizio di assistenza a 360° al paziente - spiega l'ingegnere - Effettuiamo una scansione del moncherino con un laserscanner per stampare una protesi perfettamente su misura. Uno dei problemi principali dell'utilizzo delle protesi è proprio la misura imprecisa che spesso provoca fastidi a chi le indossa. Invece noi customizziamo il prodotto e possiamo anche fare delle prove sul paziente finchè non otteniamo il risultato migliore».

I vantaggi non sono dunque solo economici. Il paziente può usare la protesi tutti i giorni senza il timore di romperla, perchè si può ristampare identica, o di andare incontro a spese che non può sostenere. «L'INAIL finanzia le protesi fino a 8mila euro - spiega Raiano - Se si rompe la nostra protesi si può ristampare usando le agevolazioni dello stato». Raiano ammette che le protesi prodotte da Ethica Mechatronics sono più funzionali che estetiche perchè magari sono un po' più grezze rispetto alle altre che simulano gli arti veri e sono in similpelle e altri materiali raffinati. «Il nostro prodotto ha l'obiettivo di funzionare - spiega - in effetti è in plastica stampata in 3D ma meno funzionali. È come utilizzare una macchina da 100mila euro per andare a fare la spesa quando poi basterebbe un'utilitaria. Con le nostre protesi si può riprendere la vita di tutti i giorni».

Il team è composto da giovani ingegneri che hanno portato la loro idea a Campania NewSteel, l' incubatore certificato promosso e partecipato dall'università Federico II e da Città della Scienza. Adesso stanno perfezionando le protesi per migliorarle esteticamente sia meccanicamente. Grazie al Fab Lab dell'incubatore possono fare varie stampe e capire cosa va miglioratoe inoltre perfezionare il business model in attesa di entrare difinitivamente in commercio con un prodotto efficiente. Il team ha già vinto il premio We Start Challenge e la call Industria 4.0, segno che l'idea è buona e che la tecnologia può migliorare molto la vita di tutti, nessuno escluso.
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