Sclerosi multipla, da Napoli nuovo
test sangue accorcia tempi diagnosi

Sclerosi multipla, da Napoli nuovo test sangue accorcia tempi diagnosi
Giovedì 30 Marzo 2017, 16:57
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La sclerosi multipla può essere scoperta con un semplice esame del sangue, grazie ad un nuovo kit diagnostico 'made in Italy' capace di riconoscere anche i casi più difficili, accorciando i tempi per la diagnosi ed evitando esami invasivi come la puntura lombare. Lo hanno sviluppato i ricercatori di Prindex, uno spin-off dell'Università Federico II di Napoli, che hanno illustrato i risultati dei loro studi al 'BioInItaly Investment Forum & Intesa San Paolo StartUp Initiative', la manifestazione organizzata da Assobiotec e Intesa San Paolo per presentare i migliori progetti biotech italiani a investitori da tutto il mondo.

Il nuovo test per la sclerosi multipla nasce dalla recente scoperta della 'porta' del sistema nervoso che viene 'forzata' dagli anticorpi impazziti alla base di questa malattia autoimmune. «Nessuno conosce ancora quali siano gli anticorpi responsabili della sclerosi multipla, ma noi - spiega Roberto Paternò, amministratore delegato di Prindex - siamo riusciti a identificare il target su cui vanno ad agire». Si tratta di un recettore di membrana presente sugli oligodentrociti, ovvero le cellule del sistema nervoso che formano la guaina mielinica che riveste i neuroni ed è essenziale per la trasmissione del segnale.

«Noi abbiamo preso questo recettore e lo abbiamo 'spezzettato' su una piastra speciale dove poi si va a versare il sangue prelevato dal paziente: se il campione cambia colore - precisa Paternò - significa che c'è la malattia». Il test, sperimentato su 50 casi di sclerosi multipla e 50 persone sane, ha mostrato un'ottima accuratezza, che può essere sfruttata anche per monitorare l'andamento della malattia durante le terapie. «Il nostro obiettivo - afferma l'Ad di Prindex - è quello di ottenere entro due anni l'approvazione della Food and Drug Administration». Intanto i ricercatori stanno andando avanti anche in campo terapeutico: «ora che conosciamo il target degli autoanticorpi, stiamo sviluppando nuove molecole capaci di bloccarli. I primi esperimenti su cellule in vitro - conclude Paternò - sono promettenti».
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