Business con il Growth Hacking:
«Vi spiego come in poche mosse»

Business con il Growth Hacking: «Vi spiego come in poche mosse»
di Rossella Grasso
Martedì 16 Gennaio 2018, 19:35 - Ultimo agg. 20:21
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Come far crescere la prorpia startup? Ci pensa Raffaele Gaito, 33 anni, imprenditore e consulente di Growth Hacking, una metodologia di marketing nata negli States anni fa e che da poco si sta diffondendo anche in Italia. «Il Growth Hacking unisce il mondo del marketing, del prodotto, e dell'analisi dei dati tutto insieme con un nuovo approccio», spiega Gaito, uno dei massimi esperti di questo metodo per le imprese. Gaito, salernitano di origine, ha parlato alla platea di startupper dell'incubatore Campania New Steel di Città della Scienza, durante l'evento organizzato da Startup Grind Napoli, la più grande community di startup nazionale. Durante l'incontro ha svelato tutti i segreti per far crescere il proprio business. Letteralmente Growth Hacking vuol dire «pirata della crescita»: pirata perchè chi se ne occupa è controtendenza, fa marketing non convenzionale molto adatto per le startup che hanno poco tempo e pochi soldi da dedicare al marketing.

«Si tratta di un insieme di metodologie, di modelli e di strumenti che consentono di lavorare su bisiness sia digitali sia tradizionali per aiutarli a farli crescere - spiega Gaito - Tutte le più famose aziende americane che noi seguiamo e utilizziamo tutti i giorni, da Instagram a Youtube a Facebook hanno utilizzato negli ultimi anni l'approccio del Growth Hacking per crescere e diventare i colossi che sono oggi. Sono aziende che non si affidano più sulla pubblicità come si faceva 20 anni fa per far conoscere un prodotto, ma fanno leva sulla funzionalità del prodotto, diventando estremamente virali e diffusi. È così che riescono a crescere a una velocità molto più rapida rispetto al normale con dei costi molto più contenuti».
 

Secondo Gaito è fondamentale non pensare al prodotto e al marketing come a due cose separate. «Sono la stessa cosa e devono viaggiare di pari passo», spiega l'esperto. Molto spesso l'errore che fanno le startup è quello di lavorare su un prodotto per due tre anni e poi arrivare sul mercato e solo allora porsi il problema di fare un piano marketing per attirare gli utenti, ma a quel punto è troppo tardi. «Il mio consiglio è quello di avere un dialogo costante con i propri utenti, di non chiudersi nelle quattro mura dell'ufficio dove sembriamo i più forti del mondo, ma cercare di capire cosa vuole il mercato, come lo vuole e in base a questi feedback realizzare un prodotto ad hoc».

Gaito ha iniziato a interessarsi di Growth Hacking quando a 20 anni ha iniziato a fare startup. «Mi rendevo conto che non bastava scrivere un bel programma o un e-commerce per poi andare sul mercato e trovare subito clienti. Mancava il marketing per attirare le persone. Così mi sono messo a studiare e così ho scoperto che esisteva questo mondo negli Stati Uniti. Per me è stata una rivelazione e ho utilizzato questo approccio in primis per i miei progetti e poi ho deciso di raccontare queste cose in Italia». Così Gaito ha scritto un libro dal titolo «Growth Haker. Mindset e strumenti per far crescere il tuo business», edito da Franco Angeli, che racconta questa metologia. «È un libro per le startup e per le PMI - spiega Gaito - a chi fa business nel digitale e a chi no. All'interno ci sono tutta una serie di strumenti, tecniche e metodi che gli imprenditori possono utilizzare per far crescere la loro startup».
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