A Napoli 300 ricercatori ed esperti
per la salvaguardia del mare

A Napoli 300 ricercatori ed esperti per la salvaguardia del mare
di Rossella Grasso
Lunedì 15 Gennaio 2018, 18:31
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Oltre 300 ricercatori, scienziati e operatori del settore marino si sono riuniti a Napoli per discutere di tutto ciò che si può fare per salvaguardare il mare e renderlo una risorsa per tutti. Lunedì 15 e martedì 16 si lavora sodo nell'ambito del Cluster Tecnologico Nazionale Blue Italian Growth (CTM-BIG) che ha sede in Campania alla Stazione Zoologica di Napoli. I lavori si svolgono presso il centro Congressi dell'Università Federico II, location in riva al mare e che mette insieme le idee per fare proposte concrete alle istituzioni.
 


Il Cluster Tecnologico Nazionale Blue Italian Growth è uno dei più recenti istituiti dal Ministero, segno che tutto ciò che riguarda il mare è diventata una priorità. «La crescita blu è un termine introdotto dalla Comunità europea per indicare tutti i settori del mare - spiega Lucio Sabbadini, presidente del Cluster - Pesca, risorse minerarie, diportismo, traspori marittimi, sono solo alcuni degli ambiti che il Cluster vuole unire. Poi ci sono tutti i settori accessori come la robotica marina, le biotecnologie marine che servono per curare i disastri che vengono fatti in mare. È un cluster che raccoglie tutti gli attori scientifici e industriali che si occupano di materie che hanno a che fare con il mare. Un mondo molto ampio ma che deve imparare a crescere salvaguardando la risorsa comune».

Il Cluster lavora su due livelli. Il primo è quello di imparare ad essere sufficientemente coesi come attori del mare da riuscire a dare delle indicazioni precise ai decisori per le politiche del mare, coordinate e coerenti. Il secondo obiettivo è quello di far crescere la coesione tra settori apparengtemente distanti. «Immaginiamo la condivisione del mare tra la pesca e chi produce petrolio e lo estrae dal mare, la condivisione tra chi si occupa di salvaguardia dell'ambiente marino e i trasporti marittimi. È necessario creare un modo univoco di vedere il mare che metta insieme tutte le esigenze». Il Cluster ha sede a Napoli perchè è ritenuta un punto di riferimento per tutto il Mediterraneo, con il suo porto, le industrie presenti e lo sviluppo della ricerca. «Il Cluster è una struttura di livello Nazionale - continua Sabbadini - 12 regioni hanno dimostrato già il loro iteresse a partecipare e a sostenere le nostre attività. 12 su 15 regioni marittime italiane è un buon risultato e abbiamo associati di tutta Italia, anche da regioni che apparentemente poco hanno a che fare con il mare come il Trentino Alto adige».

«Metteremo in campo tutte le esperienze e competenze che vengono dal mondo della ricerca e dell'Università in sinergia con l'industria per lo sviluppo del Paese - spiega Marco Borra, coordinatore della segreteria tecnica del Cluster - Il mare è sempre più centrale sia per motivi geografici sia economici, è qualcosa che unisce. L'economia del mare è sempre più importante e per poterla sfruttare a pieno non si può prescindere dalla salvaguardia per cui è necessario fare tanta ricerca».         
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