Tatafiore: «La mia fontana Itaca?
Un nuovo schiaffo dal Comune»

Tatafiore: «La mia fontana Itaca? Un nuovo schiaffo dal Comune»
di Ugo Cundari
Sabato 12 Gennaio 2019, 10:58
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Quattro mesi fa il Comune ha rimosso la fontana «Itaca» da via Scarlatti, senza avvertire con alcuna comunicazione ufficiale l'autore, Ernesto Tatafiore. Secondo l'amministrazione, la scultura aveva bisogno urgente di restauro, ma non venne comunicato né il tipo di lavori a cui sarebbe stata sottoposta, né il luogo in cui era stata sistemata. Si scoprì poi che «Itaca» era finita in un deposito all'aperto della Mostra d'Oltremare, luogo non sorvegliato, almeno fino alla denuncia di questa situazione sul nostro giornale. Tatafiore chiese spiegazioni, un incontro con il sindaco, la possibilità di effettuare un sopralluogo per constatare di persona i danni subiti dall'opera.

A distanza di tutto questo tempo, e a dispetto della presunta «urgenza», solo ora il Comune si muove, ma invece di un atto risolutore, di una decisione con tempi e modi stabiliti per il restauro, invia una pec a Tatafiore, alla Soprintendenza, alla presidenza della Mostra d'Oltremare, alla direzione dell'Accademia di Belle arti e a cinque enti di Municipalità. Il contenuto di questa mail è, nelle parole di Tatafiore, «una presa in giro, un nuovo schiaffo in faccia». Il Comune infatti, con questa comunicazione, chiede all'artista «un recapito telefonico». Lo scopo è quello di concordare un sopralluogo.

«Sei mesi per chiedere un numero di telefono, siamo ancora in alto mare, anche perché dopo aver fornito i recapiti, che si trovano facilmente come gli indirizzi mail su internet, bisognerà aspettare che qualcuno faccia le telefonate, e magari riprovi, dopo aver trovato una linea occupata, cosa che forse succederà dopo un'altra mail di avvertimento, ovviamente da mandare tra sei mesi», dice con sarcasmo Tatafiore.

«Chi potrebbe e dovrebbe risolvere la questione in prima persona, ossia il sindaco De Magistris o l'assessore alla Cultura Nino Daniele, sono indicati tra i destinatari per conoscenza della lettera, il che vuole dire che sono sempre stati e ancora rimangono persone messe da parte in questa storia. Perché, chiediamo ancora una volta, non si espongono per risolvere la storia?», si domanda l'avvocato dell'artista, Carlo Penna.

A suggello surreale della vicenda, nella lettera il Comune «rinnova i più vivi ringraziamenti alla presidenza della Mostra d'Oltremare per aver accolto la fontana-scultura Itaca nei propri spazi e per la preziosa collaborazione fornitaci».

Intanto il 25 gennaio è stata fissata la prima udienza per la causa mossa da Tatafiore contro il Comune per danno d'immagine e di reputazione, chiedendo la ricollocazione della scultura a via Scarlatti. Dice l'artista: «L'opera fu abbandonata in una zona all'aperto della Mostra d'Oltremare e non custodita, visto che il cancello era aperto». E poi aggiunge che finora ha cercato di tenere nascosta la vicenda all'estero, dove lui è ben conosciuto come artista, non solo per tutelare la sua immagine ma anche per non far fare brutte figure alla città. Prima o poi però, visti i tempi biblici di reazione dell'amministrazione, la notizia arriverà.

A questo punto Tatafiore, con l'ironia che lo contraddistingue, lancia una proposta: «Io sono psichiatra e psicanalista: potrei analizzare questi signori del Comune, e farli guarire dai loro comportamenti schizofrenici».
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