Roma, ragazzo sieropositivo cacciato da studio dentistico. Il ministro Grillo chiede verifiche

Roma, ragazzo sieropositivo cacciato da studio dentistico. Il ministro Grillo chiede verifiche
Venerdì 11 Gennaio 2019, 20:13 - Ultimo agg. 12 Gennaio, 10:46
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Un ragazzo sieropositivo sarebe stato messo alla porta in uno studio medico privato di Roma, dopo aver dichiarato la sua sieropositività. La denuncia è di Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center. «Un ragazzo in HIV - spiega - ha contattato il nostro numero verde Gay Help Line 800 713 713 - e ha raccontato di essere stato messo alla porta in uno studio medico privato di Roma dopo aver dichiarato la sua sieropositività». Alessandro Cataldi, legale di Gay Help Line, ha annunciato la presentazione di «un esposto all'ordine dei medici e degli odontoiatri» e «un reclamo al garante della privacy che già si è occupato di questa materia».

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Sul caso è intervenuto il ministro della Salute Giulia Grillo. «Ho già chiesto ai tecnici del ministero di effettuare le verifiche del caso. Farò al più presto un incontro con le associazioni che si impegnano ogni giorno nella lotta contro l'Aids. I pregiudizi sui malati non possono essere tollerati», ha spiegato. «Non è accettabile - evidenzia il ministro in un post su Facebook - che una persona sieropositiva sia cacciata da uno studio odontoiatrico perché non in grado di 'gestire un paziente con Hiv'». 

«Purtroppo i casi di discriminazione dei pazienti HIV - aggiunge Marrazzo - non si limitano solo a dentisti e medici privati, ma avvengono anche in ambienti ospedalieri pubblici e privati, come altri due recenti casi.
Una madre è stata informata in ospedale della sieropositività del figlio maggiorenne, senza il consenso del ragazzo. Un altro paziente, invece, in attesa di effettuare una colonscopia in un ospedale privato a Roma, una volta dichiarato di essere sieropositivo, è stato spostato dal medico in fondo alla lista delle visite, cercando di tutelare erroneamente gli altri pazienti, e ricevendo anche minacce per non fare alcuna segnalazione. Questi casi mostrano quanto sia forte ancora oggi la discriminazione in ambiente sanitario per le persone in HIV».


 
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