Napoli, le letterine dei bambini: «Picchiava la mamma, ora vivo con lei»

Napoli, le letterine dei bambini: «Picchiava la mamma, ora vivo con lei»
di Maria Chiara Aulisio
Mercoledì 19 Dicembre 2018, 12:54 - Ultimo agg. 20 Dicembre, 07:02
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Decine di letterine raccolte e distribuite ad altrettanti benefattori pronti a soddisfare sogni e desideri di tanti bambini che, altrimenti, sotto l'albero non troverebbero nulla. La tradizione si ripete e, anche quest'anno, Anna Di Biase con la sua «Spa - Società per amore», ha organizzato la più solidale delle feste di Natale, quella in cui un piccolo gesto si trasforma in pura felicità. Un gruppo di amici, come amano definirsi, che si allarga a macchia d'olio grazie a una solidarietà contagiosa che ogni anno mette insieme sempre più gente. «Il nostro obiettivo è uno solo - spiega la Di Biase - regalare, almeno a Natale, qualche momento di gioia a quei bambini che tutto l'anno vivono nella sofferenza, nell'indigenza e nella precarietà».

QUEST'ANNO VORREI...
Eccole qui le letterine inviate all'indirizzo di Babbo Natale: a scriverle i piccoli ospiti delle case famiglia, troppo spesso senza mamma e senza papà; i bimbi ricoverati all'ospedale Pausilipon, devastati talvolta più dalla solitudine che dalla malattia; e tanti altri apparentemente meno sfortunati, ma ugualmente figli del disagio e del dolore. Ti stringono il cuore quelle parole pesanti come macigni, drammi familiari e storie tragiche che li vedono fragili protagonisti di vicende molto più grandi di loro.

LE SORPRESE
In alcuni casi i bambini non chiedono neanche giocattoli ma un «lavoro per mamma e papà», «la guarigione dalla malattia» e una «vita serena». Proprio come vorrebbe il piccolo Andrea, 7 anni e un'infanzia da dimenticare: «Sono stato in comunità con la mia mamma per più di due anni, papà era cattivo. Si arrabbiava sempre con lei e la picchiava. Io avevo paura e allora siamo andati via però mi mancava la mia casa. La mamma poi andò via dalla comunità, glielo disse il Tribunale, mi veniva solo a trovare, mi voleva sempre bene ma io ero tanto triste. Per fortuna tutto si è sistemato: mamma è venuta a prendermi, adesso sto con lei e sono veramente felice. Quindi, grazie anche a te Babbo Natale per questo grande regalo che ho avuto». Poi c'è Carlotta, una piccina di 11 anni con «un desiderio nel cassetto». Quale? «Vorrei che mia sorella Corinne guarisse il più presto possibile da questo brutto male. Io, caro Babbo Natale, soffro tanto quando torno dalla scuola e non la trovo a casa». Però, un gioco, Carlotta lo chiede: «Se puoi, mi piacerebbe ricevere da te Pisolone per femminucce e una casa di Barbie per Corinne che ha cinque anni. Sempre per me mi potresti portare anche dei trucchi per una ragazza, no da bimbe, tipo una valigetta da estetista».

Ed ecco Gabriele, 9 anni, poche pretese e un grande cuore: «Ciao Babbo Natale, vivo a Napoli e sono nato il 21 dicembre: portami tu una cosa a piacere perché io come regalo vorrei che tutti stanno bene». Segue a ruota Emanuela, 11 anni: giocattoli non ne vuole. Il suo desiderio è che «in tutto il mondo ci sarebbe felicità e serenità». E poi aggiunge: «A casa non abbiamo tutto ma una cosa sì: l'amore di nostra madre che facendo sacrifici ci porta avanti anche senza un papà. Non ho chiesto a mia madre di farmi un regalo perché già fa tanto però a te, Babbo Natale, se posso esprimere un desiderio vorrei un telefonino come mio fratello».

I GRANDI
Non solo bambini: nel cestone dei desideri dove la «Società per amore» in questi giorni sta ancora raccogliendo le lettere da consegnare a Babbo Natale, ce n'è anche una scritta da una ragazza di 25 anni con la sindrome di down. Si chiama Stefania e ci tiene a fargli sapere che ha «i capelli e gli occhi castani». «Ho frequentato la scuola Leonardo da Vinci e mi sono diplomata sette anni fa. Il mio desiderio è quello di trovare un lavoro, stare impegnata e aiutare gli altri. Se puoi accontentarmi mi fai felice». Infine, Carmen: «Ho 9 anni, ho avuto la malattia e ora sono a casa ma sto facendo ancora le cure, vorrei guarire presto e mi piacerebbe avere la Nintendo Switch». Ma non è finita perché Carmen ha ancora qualcosa da chiedere a Santa Claus: «Un lavoro per papà, fa il panettiere ma non sta lavorando. E comunque non ti preoccupare di mio fratello Alfredo, ha 13 anni, e la Nintendo ci basta a tutti e due perché giochiamo insieme. Se però la Nintendo non è possibile, io mi accontento della macchina del gelato di Frozen e mio fratello delle scarpre Adidas numero 37. Grazie!!! ».
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