La ricchezza media di un abitante delle regioni meridionali è poco più di metà di quella dichiarata da chi risiede nel Nordovest: 18,5mila euro annui contro 35,4mila. Il livello del Pil pro capite è inferiore del 45% rispetto a quello del Centro-Nord in crescita dal 44,1% nel 2016. Sotto il Garigliano si spendono per i consumi base 13,3mila euro all'anno contro i 20,4mila del Nordovest. Soprattutto questo stato di cose ha costretto nell'ultimo ventennio 1.174.000 persone ad emigrare da una parte, quella più povera, all'altra, quella più ricca, del Paese. A fare questa fotografia è stata l'Istat, che segnala però anche le performance delle aree come la Campania (+1,6 per cento il suo Pil nel 2017) che meglio di altre hanno saputo ottimizzare investimenti pubblici e privati. Ma, finita la crisi, il Settentrione è ripartito a tassi di più o meno europei, il Meridione no.
La Svimez ha calcolato che il Pil del Mezzogiorno quest'anno dovrebbe chiudere intorno all'1. Ma nel 2019 è atteso un nuovo rallentamento: +0,7 per cento. In questa tendenza si sconta la bassa propensione ai consumi o la fuga di capitale umano. Su quest'ultimo fronte, soltanto la Campania ha perso 464mila abitanti nel ventennio, 449mila nelle altre regioni limitrofe. Per intenderci, nello stesso periodo, l'Emilia-Romagna ha visto crescere la sua popolazione di oltre 310mila residenti, la Lombardia di 260mila persone.
Per quanto riguarda i consumi, l'Istat ha calcolato che c'è una differenza del 32,4% tra il livello della spesa nel Sud e quella del Nord. Guardando alla crescita, il Pil procapite tra le due aree del Paese vede uno scarto del 45%: non a caso la prima regione dell'area (l'Abruzzo con 24,4mila euro) è lontanissima dagli oltre 42mila euro della Provincia di Bolzano. Chiude la classifica la Calabria con 17,1mila euro.
I numeri forniti ieri dall'istituto di statistica sembrano raccontare la storia di Mario Scognamiglio e di tanti altri ragazzi, nati e formati del Meridione che per motivazioni diverse sono stati costretti a cercare altrove quello che il loro territorio non riesce a garantirgli: in alcuni casi per trovare opportunità di crescita professionale, in altri più semplicemente un'occupazione. Scognamiglio, 34 anni da Portici e laureato in ingegneria delle telecomunicazioni a Napoli, da più di un anno si è trasferito a Milano con la moglie. E lì, i due, hanno deciso anche di avere un figlio. «In fondo avrei poco da lamentarmi. Dopo la laurea - racconta - sono stato assunto quasi subito a Napoli per una multinazionale di consulenza con sede a Roma, ma mi occupavo di programmi per la contabilità gestionale. Non era quello per cui avevo studiato. E ho capito che soltanto andando via potevo migliorare la mia condizione di vita e di lavoro. Poi mia moglie è stata trasferita a Milano e ho deciso di fare il grande salto. Neppure mi ero trasferito e già ero stato preso da un importante azienda dei media come project manager».
Sud, cresciuto il divario con il Nord
di Francesco Pacifico
Articolo riservato agli
abbonati
Venerdì 14 Dicembre 2018, 11:02
3 Minuti di Lettura
© RIPRODUZIONE RISERVATA