Salvini fa il pienone a Roma: ex Pd e delusi M5S, anche il Sud guarda al capitano venuto dal Nord

Salvini fa il pienone a Roma: ex Pd e delusi M5S, anche il Sud guarda al capitano venuto dal Nord
di Francesco Pacifico
Domenica 9 Dicembre 2018, 08:30 - Ultimo agg. 17:46
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Da Brindisi si sono messi in marcia alle 3. Due ore dopo è toccato muoversi a quelli della Basilicata. In Campania hanno fatto le cose più con comodo: partenza tra le 6.40 e le 7 del mattino. La sera prima in avevano preso l'aereo da Palermo o l'autobus da Reggio Calabria. Per non parlare di quelli che si sono attrezzati con mezzi propri. Tutti per essere puntuali alle ieri alle 10 a Roma per andare a vedere e sentire Matteo Salvini. Nei 14mila metri quadri di piazza del Popolo, sugli oltre 50mila presenti (80mila secondo gli organizzatori) circa un decimo veniva da Regioni meridionali: in testa la Campania con 35 pullman (il grosso da Napoli e provincia) e un migliaio di aficionados, seguita dalla Puglia con 25, una quindicina dalla Calabria, quattro dalla Basilicata, poi navi e aerei da Sicilia e Sardegna. Soltanto per stare mezza giornata nella capitale ad abbeverarsi al verbo del capo.
 
Nota il sottosegretario Pina Castiello: «Gli organismi provinciali sono stati bravissimi a organizzarsi da soli: hanno organizzato i trasferimenti, si sono autotassati, quelli arrivati venerdì sera sono venuti a salutarci alla Camera mentre votavamo la manovra. Questa è la riprova che la Lega è un partito nazionale». Mariano Falcone, vicecoordinatore della Campania, però ci tiene a sottolineare che «un terzo di chi è venuto, è gente comune».

La Lega alle scorse politiche ha preso al Sud il 5 per cento, ora i sondaggi sotto il Garigliano la danno al 20. Secondo Monica Funaro, candidata per Noi Salvini alle ultime comunali di Caserta, l'appeal del Capitano «è legato al fatto che i meridionali sperano di potere avere la buona amministrazione delle regioni settentrionali». Francesco Paolucci, tesserato leghista di Torre del Greco, racconta che quando c'è un problema, «per esempio nella gestione dei rifiuti, chiamiamo i nostri amici di partito della Lombardia o del Veneto». Pasquale Crella, capo della Polizia municipale in Terra di Lavoro, guarda alla sicurezza: «È l'unico ministro degli Interni che ha dato dignità alle forze dell'ordine, non fosse altro perché non ci fa sentire soltanto dei bersagli».

Sulla Chiesa di Santa Maria in Fiore, dove è esposto Caravaggio, gli striscioni di Noi per Salvini di Eboli o quelli del Molise hanno occupato la facciata. I sardi del vecchio partito d'azione brandiscono la bandiera dei Quattro Mori e fanno la fila per farsi i selfie con Matteo Salvini e con il loro candidato governatore alle prossime regioni, Christian Solinas. Alzano gli stendardi anche i ragazzi di San Giuseppe Vesuviano, una piccola Varese sotto il Garigliano, non fosse altro perché sul palco c'è il loro sindaco Giuseppe Catapano, il primo a essere eletto al Sud sotto le insegne leghiste. Luigi Manna, consigliere comunale, è un habitué degli happening del Carroccio: «Andavamo a Pontida, senza mezzi, quando c'era solo la Lega Nord. A San Giuseppe, soprattutto noi che un tempo stavamo a destra, abbiamo creato un gruppo di coetanei che fa dibattiti, legge libri sull'Europa, fa attività sociale».

Eppure, a ben guardare, questa manovra non premia più di tanto il Sud, le distanze, per esempio, con i Cinquestelle sul decreto sulla Terra dei Fuochi e sui termovalorizzatori sono ancora ampi. Dissente Salvatore Mastroianni, coordinatore della provincia di Caserta: «Salvini è venuto a fare anche un Consiglio dei ministri a Caserta. Sulla Terra dei Fuochi, però qui si esagera: sono soltanto sette i siti da bonificare. Quando è scoppiato l'incendio all'impianto di Santa Maria Capo a Vetere, sono subiti venuti a controllare la situazione il sottosegretario Pina Castiello e l'onorevole Gianluca Cantalamessa. Quando verrà a Santa Maria, gli faremo trovare la mozzarella più buona che c'è». Giuseppe Massa, professionista da Brindisi, se pensa alle questioni più spinose che riguardano la sua regione - l'Ilva, la Tap, o «l'emergenze della Xylella che non esiste» - ringrazia che «ci sia la Lega con le sue posizioni pragmatiche per frenare il massimalismo dei grillini». Sintetizza il nuovo corso Salvatore Cafora, coordinatore della sezione di Pianura-Soccavo: «Ma quali sono questi partiti suddisti che in questi anni hanno rappresentato e protetto il Mezzogiorno?».

Ieri a Roma, dalle regioni del Sud, sono arrivare soprattutto gente sulla quarantina, in maggioranza professionisti, quasi tutti ex elettori di Forza Italia e An in passato.

Nicola Caldisano, avvocato lucano nella capitale con moglie e figlio, invece ammette di essersi «pentito di aver votato Pd». Ha avuto una lunga militanza nel Pci Luigi Andreoli da Avellino: «Ma sono disoccupato dal 2003, con una figlia all'università da mantenere a Roma. Sono stanco dei vecchi partiti». Da Forza Nuova proviene la napoletana Arianna Longo: «Abbiamo lanciato il Sabato sociale, nei quartieri più poveri facciamo la spesa e paghiamo le bollette a chi non può permetterselo». Accanto a lei Bona Mustilli, molto attiva in città nel recupero dei monumenti in disgrazia: «Il centrodestra? È estinto». Mario, pensionato napoletano, invece ha «votato Cinquestelle. Ma questi sono pazzi». Dice di non avere nulla in comune «con il Carroccio», Valentina Cassia da Siracusa, a Roma per il Movimento Mantenimento diretto dei genitori separati. «Ma devo ringraziare Salvini, l'unico politico che ci ha dato una piazza, che ha permesso di mostrare il nostro striscione per una battaglia dimenticata».

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