La denuncia dell'ex presidente del Consiglio superiore di Sanità: «La scienza non ha colori politici»

di Elena Romanazzi
Mercoledì 5 Dicembre 2018, 12:00 - Ultimo agg. 10 Marzo, 17:30
3 Minuti di Lettura
Questione di (poco) feeling tra il governo del cambiamento e il datato anche quando si tratta di scienza. Dal Consiglio superiore di Sanità (licenziato dalla Grillo), al comitato di saggi di nomina del Miur incaricato di scegliere i presidenti degli enti di ricerca. Tutti via. Quattro componenti su cinque si sono dimessi per divergenze sul bando per la nomina del nuovo presidente dell'Agenzia spaziale italiana (verranno rimpiazzati, fanno sapere da viale Trastevere). Poco feeling in questo caso con il ministro Bussetti. I motivi? Nella bozza di stesura del bando si prevedeva come requisito sia la competenza scientifica che quella manageriale, entrambe e non una o l'altra. La querelle è finita sul tavolo dell'Avvocatura dello Stato che ha dato ragione al Miur. E i quattro saggi, Lamberto Maffei, Fabiola Giannotti, Aldo Sandulli e Lucia Votano si sono dimessi. Al Css le cose sono andate in maniera diversa. L'intero Consiglio è stato azzerato da un giorno all'altro con una mail. «Spazio al nuovo» ha detto il ministro della Salute Giulia Grillo. E ancora: «Sceglieremo sulla base della meritocrazia e dei curriculum». «Ma il ministro Grillo - si chiede l'ex presidente del Consiglio superiore Roberta Siliquini - come pensa che sia stata scelta?»

Professoressa Siliquini come è stata scelta dal ministro Beatrice Lorenzin?
«Sulla base di un curriculum. Per la mia esperienza, mica stavo sotto i ponti».

Quindi ci deve essere un motivo nell'azzeramento. Qualche screzio con il neo ministro Grillo?
«Mai incontrata in sei mesi. Ho scritto ben tre lettera e non ho ricevuto alcuna risposta. E non sono stata convocata».

Da nessuno?
«Solo dall'ex capo di Gabinetto. Ma mi sembra che qui siano tutti ex».
 
Non c'entra per caso la sua posizione sui vaccini?
«Il problema è tutto contenuto nel comunicato fatto dal ministro in seguito all'azzeramento. Se si parla di sintonia bisogna comprendere a cosa fa riferimento».

E sui vaccini?
«Il ministro è anche un medico. Sa bene che tra gli scienziati non ci potrebbero essere no vax all'interno del Consiglio superiore».

Lei che idea si è fatta sulla «sintonia»?
«Io spero che non si tratti di sintonia politica, perchè un comitato scientifico in quanto tale chiamato a fornire pareri peraltro non vincolanti si esprime, appunto, su base scientifica e non politica, altrimenti non avrebbe senso l'esistenza di un comitato di esperti scientifici. Mi auguro che nella scelta dei futuri componenti del Consiglio superiore si mantenga lo stesso profilo. Scienza separata dalla politica, è fondamentale questo aspetto. Il punto è un altro».

Quale?
«Tutto va cambiato. Lo ha ribadito anche il ministro Grillo. È legittimo ma quello che non ho trovato legittima è la modalità curiosa di gestire il cambiamento. Ma lei crede che abbiamo fornito sempre pareri favorevoli al ministro Lorenzin?».

Me lo dica lei.
«Assolutamente no. Numerosi i pareri contrari che sono stati dati. Il nostro compito, insisto su questo punto, è di valutare le richieste su base scientifica. E deve continuare ad essere così. L'importante è che dietro questa «sintonia» non ci sia la richiesta di avere pareri garantiti. Mi viene il dubbio che venga richiesta una sintonia politica e da cittadino sono preoccupata perché la scienza non ha colore politico. Il caso del Css rispetto all'Asi è irrilevante».

Perché?
«Le dimissioni di quattro componenti del comitato per presunte pressioni mi porta a pensare che ci siano delle difficoltà nella comprensione delle differenze tra i comitati tecnici scientifici e la politica. Riconosco quanto sia difficile il mestiere del politico che deve fare i conti con le richieste, le promesse ai cittadini, ma anche la mancanza di risorse. Resta tuttavia a mio avviso intoccabile quella che è l'autonomia scientifica in generale che durante il mio mandato al Consiglio non è mai stata messa in discussione da nessuno. Abbiamo sempre agito in autonomia».

Dopo la lettera ha sentito il ministro, ha avuto una telefonata da qualcuno?
«No. Per quanto mi riguarda me ne farò una ragione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA