Catacombe di Napoli a rischio,
lettera dei ragazzi al papa: «Aiutaci»

Catacombe di Napoli a rischio, lettera dei ragazzi al papa: «Aiutaci»
Giovedì 8 Novembre 2018, 18:36 - Ultimo agg. 9 Novembre, 06:33
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Una lettera aperta indirizzata a Papa Francesco. Il motivo: le Catacombe di San Gennaro. Che ne sarà del sito archeologico se davvero dovesse andare in porto la richiesta di versare il 50 per cento degli incassi al Vaticano, come prevedeva la convenzione in vigore? Accanto alla lettera, anche una raccolta firme, per ampliare le adesioni e, il primo a sottoscriverla è stato Luigi de Magistris, sindaco di Napoli. In base alla convenzione in scadenza nel luglio prossimo, la metà degli incassi provenienti dalla vendita dei biglietti sarebbe dovuta andare al Vaticano, cosa che non è avvenuta. L'ammontare da versare si aggirerebbe intorno ai 700mila euro, una richiesta che mette a rischio il 'modello Sanità'. «Le richieste economiche della Commissione Pontificia non possono essere condivise - scrivono - quanto meno nell'entità, perché determinerebbero la fine di questa straordinaria esperienza». La fine, cioè, del 'modello Sanità', un progetto che da un gruppo di ragazzi è arrivato all'intero quartiere «portando ricadute economiche importanti» in una zona difficile. «Rivolgiamo a Sua Santità un accorato appello - è la richiesta - perché la Commissione Pontificia di Archeologia Sacra sappia rivedere le proprie richieste riconoscendo il valore sociale e simbolico della rinascita delle Catacombe di San Gennaro e quindi del Rione Sanità. Siamo sicuri che, anche nel rispetto delle regole del Vaticano, si possano trovare soluzioni idonee a garantire il prosieguo di questa straordinaria esperienza che è innanzitutto sociale e umana». «La Commissione Pontificia di Archeologia Sacra ha rivendicato il 50% degli incassi delle Catacombe di San Gennaro di Napoli, che da alcuni anni sono affidate alla gestione di una cooperativa di giovani del Rione Sanità di Napoli».

Mettono in chiaro, i promotori della lettera, che non è compito loro «entrare nel merito di questioni formali, ma sentiamo il dovere di fornire alcuni elementi di riflessione per rivedere questa richiesta che appare economicamente insostenibile». E così ripercorrono le tappe che, a partire dal 2008, hanno portato a nuova vita le Catacombe, rimaste, fino a quel momento, «un sito fortemente dimesso, degradato e scarsamente fruibile. Tant'è che gli scarsi 5mila visitatori annui erano costretti a concordare la data della visita con gli uffici della Curia di Napoli». Un fattore importante che spinse i ragazzi de La Paranza a predisporre un progetto «che convinse alcuni soggetti privati, prima di tutti Fondazione con il Sud, a sostenere un investimento iniziale di 500mila euro, risorse destinate alla realizzazione di un moderno impianto di illuminazione, alla ristrutturazione dei locali della biglietteria, all'abbattimento delle barriere architettoniche e soprattutto alla loro stessa formazione». Da quel momento, è iniziata la risalita delle Catacombe, accompagnata dal riscatto per i ragazzi del rione Sanità che lì, a poco a poco, hanno trovato un lavoro. «Dai 5mila visitatori del 2008 - sottolineano nel testo - siamo arrivati ai 100mila nel 2017 e saranno circa 150 mila nel 2018, collocando le Catacombe di San Gennaro tra i monumenti più visitati di Napoli». Ed è «grazie agli incassi della biglietteria che ad oggi la cooperativa dà lavoro a 50 giovani, tra i quali anche alcuni con trascorsi difficili, e produce le risorse necessarie per garantire al sito una adeguata manutenzione ed un costante flusso di investimenti in restauri e migliorie che in questi anni hanno superato l'incredibile cifra di 2milioni di euro». L'esperienza delle Catacombe è considerata «a livello internazionale un modello da seguire per la valorizzazione dell'enorme patrimonio artistico di cui il nostro Paese è ricco. Quando il proprietario, che sia la Chiesa o lo Stato, non ha le risorse necessarie per gestire queste ricchezze, può essere la società civile a organizzarsi per garantirne la fruizione». L'esperienza delle Catacombe «ha interrotto l'isolamento culturale del quartiere che durava da secoli e ha generato ricadute economiche e sociali per tutti i suoi abitanti, ai quali è offerta una concreta prospettiva di comunità». «Siamo convinti che il corrispettivo più importante che i ragazzi delle Catacombe assicurano quotidianamente sia quello di rappresentare al meglio i valori di una Chiesa che sostiene la speranza attraverso scelte concrete, in grado di rispondere ai problemi economici e sociali del territorio, attraverso un uso intelligente del proprio patrimonio - proseguono - Questi valori coincidono con quelli che proprio Sua Santità diffonde fin dal giorno del suo insediamento sul soglio pontificio per migliorare il difficile mondo di questi tempi».

La proposta, lanciata da L'Altra Napoli Onlus, ha già incassato il sostegno di molte persone, note e meno note come Marco Magnifico vicepresidente esecutivo Fai, Ernesto Albanese, presidente della onlus, Carlo Borgomeo, al vertice di Fondazione con il Sud, Andrea Carandini del Fai, lo scrittore Maurizio de Giovanni, l'archeologo Giuliano Volpe, presidente emerito del Consiglio superiore Beni culturali e paesaggistici del Mibac, Buitoni, Borlotti.

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