«Sottosopra», il pensiero della differenza per un cambio di civiltà: un confronto nella Casa delle donne/Bene Comune di Napoli

«Sottosopra», il pensiero della differenza per un cambio di civiltà: un confronto nella Casa delle donne/Bene Comune di Napoli
di Donatella Trotta
Lunedì 29 Ottobre 2018, 21:47
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Capovolgimenti. Dei punti di vista, ma anche delle domande di senso sulle nuove sfide poste dalla (radicale) svolta antropologica in atto. A praticarli è «Sottosopra», la rivista edita dalla Libreria delle donne di Milano e nata, senza periodicità fissa, come testata di movimento per riportare le esperienze dei primi gruppi femministi in Italia, che nel suo nuovo numero affronta alcune questioni scottanti del presente nell’ottica del pensiero della differenza sessuale. Dopo sette anni di interruzioni, la ripresa nel 1983 con un foglio di grande formato e sei numeri della nuova serie - ognuno dei quali fulcro di estesi dibattiti dalla forte connotazione politica – «Sottosopra» approda a Napoli dove martedì 30 ottobre alle ore 18, nello spazio non soltanto simbolico della Casa delle donne di Napoli/Bene Comune (Rampe San Giovanni Maggiore Pignatelli 12), si terrà un confronto aperto sui temi dell’ultimo numero della rivista che ospita i contributi di Lia Cigarini, Giordana Masotto, Alessandra Bocchetti e Luisa Muraro.

Titolo dell’incontro, che sarà introdotto da Stefania Tarantino, Lidia Curti, Chiara Guida, Tristana Dini e Alessandra Macci - alla presenza di Lia Cigarini e Alessandra Bocchetti - «Cambio di civiltà. Punti di vista e di domanda». Un cambio auspicabile (e ormai ineludibile), proprio a partire dalla “battaglia della narrazione” in una prospettiva di genere che non ingabbi il pensiero delle donne in un omologante problema di “parità” fra femminile e maschile (con tutte le derive che insidiano, fra il resto, “l’ordine simbolico della madre” con l’espropriazione della relazione materna attraverso l’uso mercificato delle biotecnologie), bensì valorizzi l’originalità della differenza del secondo sesso nella sua pratica relazionale «capace di diventare politica, ossia cambiamento di sé e del mondo».

Vari ed eticamente sensibili i temi sul tappeto della discussione, coerente con l’impegno della Libreria delle donne di Milano (e non solo) di dare spazio ad un confronto originale, non competivivo, teso a fare «affiorare un’interpretazione inedita di ciò che capita, senza accontentarsi delle risposte immediate, inseguendo un senso non scontato: il senso libero della differenza, che spiazza e sposta ogni significato comunemente dato». Li anticipa la filosofa Stefania Tarantino: dal movimento #metoo – spiega - inteso, secondo Cigarini, come «leva di una politica dell’esistenza femminile, che è altra cosa da una politica di potere», in cui il simbolico ha agito efficacemente contro le classiche narrazioni del potere; alla questione del lavoro, quando fa riferimento a quel nesso corpo/parola così peculiare di quel soggetto inedito e imprevisto che sono le donne, in cui si offre la possibilità di trovare «nuovi paradigmi in cui tutti, donne e uomini, possano riconoscersi», come sottolinea Giordana Masotto; fino ad arrivare a una riflessione critica sulla prostituzione e sulla gestazione per altri (GPA), nodi tra i più complessi da sciogliere: come ha ribadito Luisa Muraro durante la presentazione di «Sottosopra» a Milano, il 13 ottobre, con un contributo dall’eloquente titolo “Le parole per dirlo: born not made” che precisa l’allarme da lei lanciato già anni fa, con acume profetico, sull’attacco sferrato dal sistema capitalistico al corpo femminile e alla relazione materna.

Non solo. A partire dal libro di Rachel Moran (Stupro a pagamento, Round Robin editrice, Roma 2017), Alessandra Bocchetti ha tratto un monologo contro la legalizzazione della prostituzione, dal titolo Le altre, che durante l’incontro napoletano sarà letto e interpretato dall’attrice partenopea Anna Bocchino. Perché il punto di domanda sulla prostituzione, conclude Tarantino, «resta l’inestricabile intreccio tra libertà individuale e inviolabilità del corpo proprio. Anche la questione della GPA (gestazione per altri) attraversa dal di dentro la questione dello sfruttamento del corpo femminile e s’interroga sulla disponibilità di una donna a fare una gravidanza per altri in cui, una volta nata la creatura, non avrà nessun titolo di madre. È innegabile – aggiunge - che questa pratica sia diventata un vero e proprio business e che solleciti una nuova riflessione sulla questione del corpo e sulla scissione della gestazione dall’intero processo procreativo, come ci invita a riflettere Luisa Muraro».
 
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