«Nessun dorma», la mostra
di Cremonini di casa nella Reggia

«Nessun dorma», la mostra di Cremonini di casa nella Reggia
di Enzo Battarra
Venerdì 19 Ottobre 2018, 16:26 - Ultimo agg. 16:31
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«Nessun dorma». Il celebre verso della romanza della «Turandot» di Giacomo Puccini diventa il titolo della mostra di Rudy Cremonini alla Reggia di Caserta e suona come un monito a tenere desta l'attenzione. Stamattina l'anteprima per la stampa alle 12, l'inaugurazione alle 17. La Sala della Fortuna e quella dei Porti, due tra le stanze più riccamente decorate del Palazzo vanvitelliano, ospitano la personale dell'artista bolognese, classe 1981, nome già affermato anche a livello internazionale.

Vincenzo Mazzarella e Davide Sarchioni sono i curatori di questa esposizione realizzata sotto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee. Vietato dormire, dunque. Anche se le immagini che sembrano quasi affiorare dalle pareti, come figure fatte della stessa sostanza dei sogni, hanno un sapore onirico. Lo stesso allestimento realizzato a misura d'uomo, con i lavori collocati a breve distanza dal pavimento, li rende particolarmente familiari, li avvicina al visitatore. I protagonisti raffigurati all'interno di ogni opera appaiono come isolati dal contesto, figure primarie, pronte ad ambientarsi tra le mura domestiche della Reggia. Il palazzo monumentale diviene così luogo di esaltante accoglienza per i dieci dipinti a olio su juta di grandi dimensioni, realizzati nel corso dell'ultimo anno. «The queen sleeps here», la regina dorme qui. Perché è qui che ha trovato casa. Il dolce volto assopito è ritratto in modo essenziale, con la figurazione evanescente del ricordo.

Tale semplicità interpretativa dialoga con la fastosità delle pareti, la figura è come se scivolasse via dallo stupore barocco per trasformarsi in essenza. E questo vale anche per «Where is my sun», il ragazzo che emerge dall'acqua e ricerca il suo sole. La sagoma si staglia in un orizzonte di luce che contrasta con le sue tenebre. Ma non solo di soggetti umani è fatta la mostra di Rudy Cremonini. Incarna bene lo spirito del luogo e del tempo l'uccello dalla grande apertura alare di «The bird and the desert», sembra un messaggero degli dei, sta forse avvertendo che la notte tra le sabbie è finita ed è tempo di iniziare a volare.

Appare come segno del fato che la mensola dipinta in «Exotic guest», l'ospite esotico, si continui incredibilmente con la traccia del decoro vanvitelliano. L'uno prosegue nell'altro, e non si percepisce dove possa finire la finzione e iniziare la realtà, perché è proprio come un pezzo di teatro nel teatro. La vita è indistinguibile dalla scena. E c'è una corrispondenza di amorosi sensi anche tra lo sfavillio di colori e luci di «It's coming over» con il grande vaso di fiori dipinto e il lampadario che realmente e regalmente troneggia nella sala. È come se ognuno si stesse avvicinando all'altro. La chiusura della mostra è prevista per il 26 novembre. Per quella data verrà pubblicata una monografia sul lavoro di Rudy Cremonini, che documenterà anche il progetto espositivo alla Reggia. Il volume, a cura di Davide Sarchioni, sarà edito e distribuito da Gli Ori, con testi in italiano e inglese di Caroline Berner Kühl, Vincenzo Mazzarella e Davide Sarchioni, e un esaustivo apparato fotografico.
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