Pizza e rap: nuova vita per Alì
dopo l'odissea dal Senegal all'Italia

Pizza e rap: nuova vita per Alì dopo l'odissea dal Senegal all'Italia
di ​Luca Visconti
Venerdì 12 Ottobre 2018, 06:30
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Un pizzaiolo con il rap nel sangue. È Alì Diallo, giovane rifugiato senegalese, arrivato a Salerno nel 2015 e ora dietro i forni di un locale della city. Una vita piena di sofferenza in cui c’è una luce: il rap. Una passione sbocciata nella sua patria con la crew Koono Crou 52 e continuata nella città di San Matteo. Ha dovuto affrontare un viaggio di quasi dieci mesi, spostandosi da Malì, Algeria, Marocco e Libia prima di approdare sulle nostre coste. Qui è stato accolto da associazioni locali, che gli hanno permesso di inserirsi nel contesto sociale e di dargli quella tranquillità di continuare il suo sogno. Ha, infatti, partecipato all’Overline Jam di Baronissi e prodotto brani con il nome di Ro El Fenomeno, un omaggio ad un suo idolo calcistico: Robinho. 

Uno che ce l’ha fatta, come scrive Alì nel suo pezzo, «Je trahis ma dignitè», dove si parla dei valori culturali della sua terra, della forza di resistere e di dignità. Ora che si è ambientato vorrebbe tornare in Senegal per andare a trovare la madre e la famiglia. Nel frattempo, continua a coltivare, tra una pizza e l’altra, il sogno di diventare un rapper di importanza internazionale e vuole raccontare la sua storia con il pezzo «Bon aventure», per spiegare le avversità incontrate prima di trovare un porto sicuro.
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