Torna l'incubo del colera a Napoli,
la corsa al vaccino di Sant'Arpino

Torna l'incubo del colera a Napoli, la corsa al vaccino di Sant'Arpino
di Nicola Rosselli
Giovedì 4 Ottobre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 12:25
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La notizia è arrivata a Sant'Arpino, piccolo centro alle porte di Aversa, nel primo pomeriggio di ieri. «Due residenti ricoverati a Napoli per malattie infettive. Sono bengalesi, mamma e figlio di due anni. Abitano nella zona aL confine con Orta di Atella». Le frasi sono passate di bocca in bocca. Il sindaco, massima autorità sanitaria comunale, avvertito per vie ufficiali. La città è ospitale da sempre con le comunità straniere, ma la notizia ha scatenato il panico con il diffondersi della voce.

Ma dall'Asl casertana era già partito il piano di prevenzione. Il manager Mario De Biasio, aveva preso tutti i contatti e avviato vaccinazioni e precauzioni con i familiari e con chi era venuto in contatto con mamma e figlio. Quando a Sant'Arpino si è saputo, già da ore De Biasio aveva attuato il piano a livello locale mandando a prendere fino a casa gli interessati, il padre, gli altri due figli, chi li ha incontrati. «Mi sono messo subito in contatto con i colleghi a Napoli - puntualizza De Biasio -. Abbiamo concordato che pericoli non ce ne sono, anche perché siamo in una fase di accertamento. Ma con le vaccinazioni fatte, con le precauzioni prese possiamo stare tutti più tranquilli e dire che gli allarmismi sono inutili».
 
A fare da cassa di risonanza anche i social che, stavolta però, hanno trattato la vicenda con la dovuta cautela e, soprattutto, la tranquillità necessaria, senza creare e alimentare allarmismo da parte della popolazione.

La famiglia bengalese era rientrata da un viaggio nel Paese di origine, per una delle periodiche visite ai parenti. Sebbene siano stati tutti in Bangladesh, solo la mamma e il più piccolo hanno avvertito i sintomi che hanno reso necessario il ricovero. Gli altri due bambini e il papà, anche a sentire i vicini di casa e i conoscenti, stanno bene, non hanno alcun sintomo della malattia.

A 45 anni  dall'epidemia a Napoli, la parola colera è facile immaginare che ancora evoca scenari apocalittici. «Tuttavia - come precisano dall'Asl - oggi è facile tenerla sotto controllo grazie alla profilassi che si è affinata negli anni dal punto di vista scientifico».

E lo stesso Antonio Giordano, commissario straordinario dell'azienda ospedaliera dei Colli, ha sottolineato che «i contatti familiari del caso sono stati già individuati e sono attualmente sotto stretta osservazione sanitaria. Attualmente, entrambi i pazienti sono in condizioni stazionarie. La situazione è del tutto sotto controllo». Insomma, gli stessi concetti ribaditi da De Biasio.

La famiglia che si è trovata al centro di questa vicenda vive in Italia da anni, senza problemi economici, riuscendo anche a intraprendere un'attività imprenditoriale, avendo tirato su una piccola fabbrica tessile che dà lavoro a una decina di persone, soprattutto connazionali, nella zona industriale di Teverola.

Il ritorno dal Bangladesh è avvenuto nella serata di lunedì e il bambino e la madre si sarebbero sentiti male nella notte evidenziando vomito e diarrea. Da qui la corsa all'ospedale dove anche la madre, che accudisce il piccolo, è in osservazione in attesa degli esami definitivi che saranno resi noti nei prossimi giorni.

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