«Operazione viadotti, via ai controlli
​a Napoli ma senza psicosi»

«Operazione viadotti, via ai controlli a Napoli ma senza psicosi»
di Paolo Barbuto
Domenica 19 Agosto 2018, 12:00 - Ultimo agg. 20:07
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Sono una trentina i ponti e viadotti di Napoli, esclusi quelli della Tangenziale. Dal giorno della tragedia di Genova chi vive nei pressi di queste strutture si interroga: sono sicuri? La domanda se la sono posta anche a Palazzo San Giacomo e hanno deciso di far partire immediatamente uno screening su tutte le strutture della città: «Ma si tratta di un'operazione complessa. Mancano documenti e archivi tramite i quali risalire alla storia degli interventi. Insomma il percorso è difficile, ma lo stiamo affrontando con grinta», spiega Mario Calabrese, docente universitario incastonato nell'amministrazione De Magistris con la delega ai trasporti.

Assessore, quando partiranno i controlli?
«Praticamente sono già iniziati. Domattina procederemo alle prime verifiche al ponte della Sanità e al ponte San Rocco di Miano. Poi subito dopo passeremo alla struttura di via Gemito e al ponte di Sant'Antonio ai Monti».

Iniziate dalle strutture che considerate più pericolose?
«No, per piacere, non cominciamo con gli allarmismi e il sensazionalismo. Non consideriamo pericoloso nessuno dei ponti e dei viadotti napoletani. Partiamo da quelli per i quali ci sono arrivate richieste di controllo. Si tratta per lo più di infiltrazioni o di piccoli ammaloramenti che, comunque, impongono di andare a verificare».

Esiste un piano di verifica costante e puntuale per queste strutture?
«Il problema è che occorrono soldi, tanti soldi per mettere in piedi un progetto sistematico di verifiche. E noi in questo momento non li abbiamo. Però voglio chiarire ai napoletani che per noi la questione è seria e non iniziamo ad affrontarla oggi dopo la tragedia di Genova».
 
Avevate già avviato delle procedure?

«Da mesi ci stiamo confrontando con la società Tangenziale e con il ministero delle infrastrutture per chiedere che una parte dei proventi della Tangenziale venga reindirizzata a Napoli».

In quale maniera?
«Gli introiti dell'autostrada cittadina vengono, in parte, condivisi con il ministero che poi li utilizza per interventi destinati alla viabilità. Fino ad ora la città di Napoli non ha mai beneficiato di questi fondi. Abbiamo avviato un percorso per chiedere che il ministero possa inviare stanziamenti prelevati dagli introiti della Tangenziale anche al Comune. L'ultima riunione sul tema l'abbiamo avuta a fine luglio, era già previsto che all'inizio di settembre ci fosse un incontro a Roma, al ministero».

Come verrebbero investiti questi fondi che chiedete a Roma?
«Per gli assi di grande scorrimento e per le strutture che necessitano di controlli e verifiche costanti, esattamente come i ponti e i viadotti cittadini».

Scusi assessore, ma se attualmente mancano i fondi, come fa a partire il percorso di controlli che lei ha annunciato?
«Iniziamo con i mezzi che abbiamo, con la buona volontà e le immense capacità di chi lavora a palazzo San Giacomo. E su questo non consento ironia: qui lavorano persone che non hanno eguali».

Cosa faranno le squadre di controllo?
«Andranno sul posto, si accerteranno personalmente della situazione, verificheranno se le segnalazioni che ci arrivano meritano interventi».

C'è chi dice che il ponte di Miano sia a rischio.
«No, non è a rischio. Va controllato e merita piccoli interventi, dopo il sopralluogo dei tecnici sapremo quali e quanti dovranno essere».

Assessore, se la sentirebbe di tranquillizzare i napoletani dicendo che tutti i ponti della città sono sicuri?
«Questa è una domanda trabocchetto. Non si può pretendere che oggi, senza avere un quadro preciso della situazione, io dica che tutto è sotto controllo. Posso dire, con certezza, però, che secondo le segnalazioni che ci giungono nessun ponte è a rischio, così come nessun viadotto, ma faccio riferimento solo alle segnalazioni che ci arrivano».

C'è bisogno delle vostre verifiche, dunque. Quando saranno completate in tutta la città?
«Occorreranno mesi, ma le faremo tutte e alla fine potremo dare totale rassicurazione ai napoletani. Nel frattempo, però, rivolgo un invito: evitiamo allarmismi che non rappresentano la realtà e generano solo tensione. Il Comune c'è, è presente e si batte per ottenere fondi: lo facciamo per i napoletani, per garantire loro tranquillità e sicurezza».
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