Napoli, prima stretta sui centri di accoglienza: la prefettura chiude via Soprammuro

Napoli, prima stretta sui centri di accoglienza: la prefettura chiude via Soprammuro
di Rossella Grasso
Domenica 19 Agosto 2018, 09:30
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Dopo circa tre anni di attività chiude il centro di prima accoglienza per migranti di via Soprammuro a ridosso di Porta Nolana. La decisione arriva dalla Prefettura di Napoli, «per sopravvenuti motivi di pubblico interesse», come si legge nella determina arrivata a Less Onlus, l'associazione che lo ha gestito finora. Un intervento per alleggerire la presenza dei migranti nella zona e far fronte ai numerosi atti di violenza che si sono susseguiti negli ultimi mesi.
 
Il piccolo appartamento di via Soprammuro è un Cas, Centro di Accoglienza Straordinaria, che fino a qualche mese fa ospitava 6 migranti e che Less Onlus gestiva alla maniera degli Sprar, Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati. In pratica l'associazione garantiva processi di integrazione anche per la prima accoglienza con corsi di italiano in strutture pubbliche, una miriade di progetti per l'avviamento al lavoro, occasioni di incontro e scambio culturale. Un lavoro svolto senza alcun finanziamento perché per la Prima Accoglienza in Italia non sono previsti fondi per garantire percorsi di questo tipo. Ma Less, associazione che opera con i migranti a Napoli da oltre 10 anni, è convinta che siano fondamentali. È importante anche che siano garantite condizioni abitative consone, in appartamenti dislocati in diversi punti della città, con pochi ospiti, evitando grossi agglomerati difficilmente gestibili e lontani dalla «normalità» del vivere quotidiano. In pratica mette in campo il modello dell'«accoglienza diffusa» riconosciuta a livello internazionale.

Qualche mese fa l'agenzia Onu per i Rifugiati, Unhcr, ha premiato Less per le sue buone pratiche, riconoscendone il valore sociale. Ieri l'annuncio da parte della Prefettura di Napoli di chiudere la struttura. «Sanno tutti benissimo che il problema del Vasto non sono i migranti dice Giulio Riccio, direttore di Less ma la piaga della camorra che impone il pizzo, lo spaccio di droga, la prostituzione. La decisione di chiudere il nostro centro di via Soprammuro e i piccoli centri di questo tipo è solo una sceneggiata». Per Riccio è una follia preferire la persistenza sul territorio di alberghi e grandi strutture al cui interno si ammassano tanti migranti a cui vengono garantiti solo i bisogni primari come il pocket money, un piatto caldo e un letto. «Non parliamo più di un'emergenza a cui far fronte nell'immediato - spiega - Adesso si tratta di una situazione che può durare per i prossimi 20 anni».

A questo si aggiunge che gli operatori della prima accoglienza non ricevono lo stipendio dalla Prefettura da oltre 10 mesi. Tutto ciò sta determinando una ristrutturazione del sistema dei servizi sociali per l'integrazione, penalizzando la cooperazione e il non profit che già oggi, per fare fronte ai ritardi di pagamento, è costretta a ricorrere a cessioni di credito. «Di questo passo in pochi mesi la Prefettura di Napoli consegna l'accoglienza - sottolinea Riccio - definitivamente nelle mani di chi dispone di ingenti capitali spesso di provenienza non chiara». Lino Chiumeo, operatore di Less, che vive e opera nella zona di piazza Garibaldi da oltre 25 anni, non ha dubbi: «il problema non sono i migranti». Racconta che adesso dovranno spostare le persone che erano ospitati a via Soprammuro in un'altra struttura di Piazza Garibaldi dove già ci sono 46 persone divisi in 5 appartamenti. 
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