Reggia di Caserta, i progetti di Felicori a rischio stop dopo il suo addio

Reggia di Caserta, i progetti di Felicori a rischio stop dopo il suo addio
di Nadia Verdile
Mercoledì 8 Agosto 2018, 12:03
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Ancora due mesi e mezzo di lavoro e poi la pensione. Chi lo ha visto all'opera sa che non sarà così. Mauro Felicori lascerà la reggia ma sarà sicuramente altrove impegnato. A Caserta da tre anni di cose ne ha fatte ma molte altre erano e restano in cantiere. Ha rotto gli schemi, ha spaccato la città. Sul groppone la zavorra di quanti lo hanno osteggiato fin dal suo arrivo. Per il palazzo vanvitelliano «quando sono arrivato dice il direttore - ho progettato un cronoprogramma spalmato su quattro anni, quindi le cose da fare e quelle che mi sarebbe piaciuto fare ci sono, alcune sono già iniziate, altre avrebbero dovuto prendere corpo». Tra le cose a cui più tiene Felicori c'è l'apertura del palazzo il martedì, iniziativa che ha già visto il taglio del nastro in via sperimentale ma che dovrebbe andare a regime nei prossimi mesi visto che a fine luglio è stata pubblicata l'istanza di partecipazione volontaria al progetto Martedì in Reggia.

«Credo che i musei debbano restare aperti tutti i giorni. Per questo abbiamo pubblicato un bando riservato alle associazioni culturali, alle compagnie teatrali e agli operatori turistici per ricevere proposte di iniziative da svolgersi negli appartamenti con l'apporto di tutte le arti. Mi aspetto che questa possibilità veda scendere in campo anche le guide turistiche campane che sono altamente qualificate ma sono un po' indietro nelle iniziative imprenditoriali. Vorrei tanto vederle costituite in associazione, cooperativa, e impegnarsi in iniziative che non siano solo a traino della reggia ma che siano motore trainante per se stesse e per il territorio». Non solo un sempre aperto per 365 giorni l'anno ma anche il parco aperto di sera durante l'estate. «Tra le cose che avevo messo in cantiere e che volevo realizzare c'è sicuramente il parco illuminato e aperto dopo il tramonto, durante la buona stagione. Cinque mesi all'anno. Sono convinto che sarebbe un'attrazione straordinaria per i turisti che si ritroverebbero in spazi fiabeschi e irripetibili e che farebbero veramente la fila per poterne godere». Cascata, fontane, prati, sculture, opere d'arte da vivere in tutte le possibili declinazioni. Negli occhi del cuore vivono ancora le immagini di quel lontano 9 luglio 1994 quando davanti alla fontana di Diana e Atteone Hillary Clinton, abbracciata a Bill, scandì il suo «Wonderful!» col naso all'insù.

«Avevo messo in cantiere l'utilizzo dei tanti spazi abbandonati continua Felicori come abbiamo iniziato a fare per le Cavallerizze che giacevano in disuso invase dall'erba. Ora il Consorzio della mozzarella ha una sede prestigiosa ed è per noi un fiore all'occhiello. Immagino per la Castelluccia un luogo di eventi raffinati ed esclusivi, ma una delle cose a cui più tengo, e che avevo messo in conto di realizzare fin dal primo momento che sono arrivato, è l'ostello nell'ex Convento dei Passionisti, concedendo in gestione quegli spazi per servizi di ospitalità turistica destinata ai giovani, a prezzi convenzionati, con la possibilità di lunghe permanenze per gli studenti e di gestione di atelier d'arte, laboratori di produzione di artigianato artistico, spazi di formazione e di produzione di imprese creative, con la possibilità di esercizio di attività complementari di bar e ristorazione». Ospitalità e formazione con nuove forme di collaborazione con il mondo universitario.

«Mi piacerebbe molto e ci sto lavorando un accordo con gli Atenei del territorio, dalla Vanvitelli alla Federico II, per la realizzazione di un centro di ricerca sui giardini storici. Immagino una Summer School a cui possano partecipare persone da tutto il mondo perché quello che offre il parco e con esso il Giardino Inglese è un unicum. Esperienza che la regione Campania sta già facendo qui da noi con un Its sui giardini storici». E poi ultimo, ma solo per noi, la rinascita di Palazzo al Boschetto. «Dovrebbe essere restituito entro il 2020 conclude Felicori ma poiché è sottoutilizzato avevo in animo di sollecitare una riduzione dei tempi. In quel luogo, che è l'unica memoria storico artistica del rinascimento casertano, avevo previsto la musealizzazione degli spazi e, finalmente, l'apertura al pubblico». La strada è tracciata, i progetti scritti, le cose fatte sono alle spalle, quelle da fare in corso. Chi prenderà lo scettro avrà due possibilità: raccoglierlo e continuare sulla strada maestra oppure gettarlo e ricominciare.
 
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