Saccani paventa un fosco scenario futuro: «Il rischio - sostiene - è di essere tutti trasformati in commodities con un appiattimento nella percezione del consumatore.
L'ulteriore problematica è rappresentata dal livello qualitativo dei prodotti. Con una corsa sfrenata al ribasso ovviamente la qualità dei prodotti non potrà che diminuire con perdita di competitività sui mercati. E non dobbiamo dimenticare che l'Italia produce qualità, non quantità». Il Consorzio valuterà quindi di proporre all'assemblea dei soci una rinuncia volontaria alla partecipazione alle aste della Grande distribuzione: «Le aste vanno bene per i quadri, non per il cibo - incalza Saccani - e noi intendiamo portare avanti, insieme agli altri Consorzi e alle organizzazioni di categoria, una battaglia che fa bene all'agroalimentare italiano. Confidiamo nel sostegno del ministro Centinaio, che sin dalle sue prime uscite pubbliche ha rimarcato il suo impegno nella difesa del Made in Italy. A lui chiederemo un incontro sul tema, attraverso le associazioni che rappresentano i nostri Consorzi. I tempi sono maturi - conclude il direttore - per una concreta valorizzazione, anche etica, in particolare del sistema Dop e Igp».