Bocelli cuor di papà: «Nel nuovo cd lancio mio figlio, Matteo è pronto»

Bocelli cuor di papà: «Nel nuovo cd lancio mio figlio, Matteo è pronto»
di Andrea Spinelli
Lunedì 30 Luglio 2018, 10:57
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«Lembo sul quale mossi i primi passi, e versai le mie lacrime innocenti, almeno quei momenti ritrovassi, di gioie passeggere, di tormenti». Nel primo verso di «Borgo natìo», una delle poesie appena ordinate da Andrea Bocelli nella sua prima raccolta c'è già molto di quell'attaccamento alla sua terra che lo spinge da tredici anni ad accollarsi la sfida del Teatro del Silenzio.

Già, perché portare l'«Andrea Chénier» sotto la luna della sua Lajatico, tra i campi arsi dal sole, le vigne e i filari di pioppi della Bassa Val d'Era come accaduto sabato sera davanti a diecimila spettatori (nella replica straordinaria di questa sera, aggiunta a furor di popolo, ce ne saranno altri settemila), è il valore aggiunto (un po' alla «Fitzcarraldo») di questi appuntamenti di mezza estate.

 

Eventi popolati di russi e di americani capaci di pagare all'asta di beneficenza organizzata nella cena post-spettacolo oltre diecimila euro per la versione-lusso di Piccoli versi, raccolta di poesie stampata in sole 500 copie e data in dotazione dal tenore toscano alla Fondazione che porta il suo nome per perseguire i propri scopi benefici.
E se lo scorso autunno Bocelli al Festival della robotica di Pisa si era fatto condurre alla scoperta di Verdi da YuMi, una macchina, a Lajatico per tornare a confrontarsi col capolavoro di Giordano s'è rivolto ad una vecchia conoscenza quale Steven Mercurio, alla testa della Czech national symphony orchestra, affiancata dal coro del Teatro del Silenzio di Sonia Franzese e da interpreti di peso come Sabina Cvilak, nei panni di Maddalena, e Vladimir Stoyano, in quelli di Gerard.

Al centro del laghetto per abbeverare gli armenti lambito dal muro miceneo in blocchi di pietra simbolo del Teatro bocelliano un'imponente riproduzione cubica della «Pietà» di Michelangelo ad opera di Gualtiero Vanelli. «Dopo aver rappresentato qui Cavalleria rusticana e Turandot, esperienze fantastiche seguite dal pubblico con affetto, abbiamo pensato di fare le cose in grande: creare una buca per l'orchestra e rappresentare l'opera che ci piace di più, quella che conosco da più tempo» spiega il tenore toscano, 60 anni il prossimo 22 settembre, anticipando un calendario fitto d'impegni, a cominciare dai due concerti al Metropolitan di New York che l'attendono a febbraio.
Già a settembre, però, arriverà la Celebrity Fight Night e ad ottobre un nuovo album pop, il primo di inediti da 14 anni a questa parte. «Per il galà benefico abbiamo in programma un grande concerto l'8 settembre all'arena di Verona: grande il teatro, grandi le stelle che mi affiancheranno sul palcoscenico, grande e nobile lo scopo, visto che tutti i proventi andranno alla fondazione che porta al mio nome. La speranza è che tutti portino a casa un bellissimo ricordo».
Il nuovo album si intitola «Sì« e uscirà il 26 ottobre. Frattanto è già arrivato in radio il singolo «Qualcosa più dell'oro», firmato da Francesco Sartori e Lucio Quarantotto. Un brano postumo - Quarantotto è morto suicida nel 2012 - che ricrea la coppia autorale di un best seller del calibro di «Con te partirò»: «Non so se in quel brano può essere colto qualcosa di premonitore, un presagio, un destino, ma di sicuro è una canzone bellissima, che porta dentro una magia straordinaria», riflette il tenore, che per queste dodici nuove canzoni ha voluto in cabina di regia nientepopòdimeno che Robert Alan «Bob» Ezrin, leggendario produttore di «The wall» dei Pink Floyd, di «Berlin» di Lou Reed, di «Destroyer« dei Kiss, del primo album solista di Peter Gabriel, di «School's out« di Alice Cooper.
«Bob ha prodotto e pure il coro dei bambini di Haiti presente in un paio di pezzi, tra cui una ninna nanna liberamente ispirata a quella di Bach», spiega Bocelli, che nell'ultimo mese e mezzo ha trovato modo di portare a casa anche il suo settimo Brit Award e di duettare «Perfect« con Ed Sheeran a Wembley: «Nel mio album c'è anche una Ave Maria condivisa con Aida Garifullina, il soprano russo visto al fianco di Robbie Williams alla cerimonia moscovita d'inaugurazione dei Mondiali di Calcio, e Raphael Gualazzi».
Al disco non mancherà neppure un risvolto familiare, visto che conterrà «Vivo», «una canzone per mia moglie Veronica», e «Fall on me», «un duetto con mio figlio Matteo« spiega l'uomo da 80 milioni di dischi venduti: «Una scommessa riuscita, penso, perché Matteo è stato molto bravo. Per lui rappresenta un inizio... e una volta che s'inizia non ci si può più fermare».
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