Nomine, è scontro: slitta il vertice. Csm, accordo maggioranza-opposizione

Nomine, è scontro: slitta il vertice. Csm, accordo maggioranza-opposizione
di Marco Conti
Giovedì 19 Luglio 2018, 14:39 - Ultimo agg. 20 Luglio, 11:07
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«Non sapevo che fosse stato convocato e non sapevo neanche che fosse stato sconvocato». Lo dice Matteo Salvini, commentando la notizia del vertice sulle nomine previsto a palazzo. «Io sto andando al ministero - aggiunge - per me la giornata resta lineare, non mi cambia niente».

Non c’è dunque ancora accordo nella maggioranza sulle nomine in Cassa Depositi e Prestiti, Rai e Ferrovie, dove lo scontro è durissimo. Prova a mediare il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che nel pomeriggio di oggi doveva mettere insieme i due vicepresidenti del Consiglio Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il ministro dell’Economia Giovanni Tria nella speranza di trovare un’intesa. L’appuntamento era fissato per le 15 a palazzo Chigi ma all'ultimo momento l'incontro è stato rinviato ad altra data. Il vertice sarebbe slittato per altri impegni istituzionali dei partecipanti. Ma è un'altra indicazione che l'intesa sulle nomine ancora non c'è.

«Esiste una procedura, chiedete a chi la gestisce e leggete Il Fatto Quotidiano». Così il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti risponde ai cronisti che gli chiedono dell'improvvisa cancellazione del vertice a palazzo Chigi sulle nomine. Oggi il Fatto pubblica un'intervista al premier Giuseppe Conte in cui a proposito delle nomine nelle partecipate afferma: «Il ministro competente le propone a me, io ne parlo con i due vicepremier, poi decidiamo insieme. Se non c'è accordo sulla persona più competente, rinviamo per trovarne una migliore».

Intanto per l'elezione degli otto membri del Csm si va verso la fumata bianca. Anche Forza Italia, infatti, ha fornito come indicazioni di voto ai propri parlamentari i nomi di Alberto Maria Benedetti, Filippo Donati e Fulvio Gigliotti (sostenuti dal M5S), Stefano Cavanna e Emanuele Basile (in quota Lega), Alessio Lanzi e Michele Cerabona (per FI) e David Ermini (Pd).



 

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