Pd, Martina segretario. Renzi: accordi con M5S? Impossibile, è la vecchia destra

Assemblea Pd: verso conferma di Martina segretario. Renzi: accordi con M5S? Impossibile, è la vecchia destra
Assemblea Pd: verso conferma di Martina segretario. Renzi: accordi con M5S? Impossibile, è la vecchia destra
Sabato 7 Luglio 2018, 11:46 - Ultimo agg. 8 Luglio, 13:24
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L'Assemblea del Pd ha eletto segretario Maurizio Martina, attuale reggente, con sette voti contrari e tredici astenuti. 

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Martina. «Propongo che il partito avvii un percorso congressuale straordinario da qui a prima delle europee che ci porti a elaborare idee, persone, strumenti nuovi. Dobbiamo riorganizzare tutto», ha detto Martina nel suo intervento. «In autunno terremo i congressi territoriali, perché nei territori il partito è collassato». E poi a ottobre «un grande appuntamento che si rivolga al Paese. Chiedo di poter fare un lavoro ricostruttivo e rifondativo: in ballo ci sono le ragioni fondative del Pd».


 



«Mi rendo disponibile da questa Assemblea a fare il segretario di un partito che costruisce una fase straordinaria di riprogettazione, una pagina nuova sul progetto e poi sulle persone. Si può fare tutti insieme nella nostra pluralità, non ne ho paura se tutti teniamo il principio fondamentale di unità e responsabilità», ha sottolineato Martina: «Vorrei che il Pd suonasse come una orchestra», ha aggiunto. «Questo partito deve scuotersi e mettersi alla ricerca fuori di qui di persone, idee e disponibilità. Questa apertura a tutte le energie democratiche penso vada ben oltre il Pd, a queste forze sbattiamo la porta in faccia o apriamo porte e finestre? Io sono per aprire», ha proseguito. «Da oggi deve partire un lavoro di profondità, dobbiamo ricostruire i fondamenti culturali del Pd, una sfida sociale complicata, per questo propongo una rivoluzione dell'ascolto», ha detto ancora il reggente. 

«Non si tratta di guardare al passato o costruire nuove formule che non guardano al presente, non si tratta di fare una discussione tra gruppi dirigenti. Bisogna dare un messaggio alle tante persone distanti e disilluse che devono trovare in noi una strada credibile», ha spiegato il reggente Pd. «Dobbiamo dare un immediato segnale di apertura e coinvolgimento dal basso non in qualche settimana, perchè sarà un percorso lungo, la portata del cambiamento non ci consente di raccontare scorciatoie - ha spiegato ancora Martina -. Sarà un lavoro difficile, lungo appassionante, rigenerante che ci aprirà nuovamente per trovare la forza per l'alternativa». Martina, tra le altre cose, ha chiarito: «Questo sforzo deve partire dall'Assemblea di oggi, poi con una prossima Assemblea definiamo l'ultimo tempo di questo lavoro, se questo percorso si dovrà chiudere in funzione dellle Europee ci dobbiamo arrivare preparati e pronti».


Il discorso di Renzi. «Noi l'egemonia l'abbiamo avuta per tre o quattro anni. L'abbiamo persa e l'atto delle dimissioni ha questo significato» di riconoscere la sconfitta, ha detto Matteo Renzi nel suo intervento. Una parte della platea ha applaudito a sottolineare la responsabilità di Renzi e a quel punto l'ex segretario si è fermato: «Abbassiamo tutti i toni delle tifoserie. So che non sono l'unico responsabile ma in politica si fa così: paga uno per tutti». E poi: «Ripartenza non può essere ricostruire un simil Pds o una simil Unione. Se qualcuno pensa che sia la nostalgia la chiave non coglie la novità».

L'accordo con M5S. «Avevamo alternative? L'accordo con M5S. Ho combattuto come un leone per oppormi perché chi vince le elezioni deve governare, e hanno vinto M5S e Lega - ha proseguito l'ex segretario -. Se avessimo fatto coalizione con M5S o con il centrodestra avremmo mandato all'opposizione i vincitori delle elezioni e sarebbe stata una ferita per il Paese. Avrebbero detto che nessuno rispetta la democrazia». «Se avessero vinto quelli che dicevano accordo M5S-Pd avremmo avuto una profonda ferita costituzionale rispetto chi dice che il M5S è la nuova sinistra, sono cantanti, intellettuali, ma io trovo che sia la vecchia destra. Non potremo mai perdonarli di aver trasformato la lotta politica in Italia in una rissa. Avete inquinato le falde della democrazia. C'è una componente di centrosinistra nel M5S? Possono prendere il bus e pagare i contributi alle colf, ma restano una corrente della Lega».​

Il modello Macron. «Di Maio dice che il nemico numero uno è Macron.
Capisco che attaccare i francesi ti dà like su Facebook, specie durante i Mondiali, ma Emmanuel Macron è uno dei punti di riferimento contro i populisti, per impedire che diventino con la Lega delle leghe la prima forza del Parlamento Ue». 


 

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