Caos trasporti, la verità di Manzo: «Evitato il crac, da ottobre più bus e guerra all'evasione»

Caos trasporti, la verità di Manzo: «Evitato il crac, da ottobre più bus e guerra all'evasione»
di Gianni Molinari e Luigi Roano
Venerdì 6 Luglio 2018, 07:00 - Ultimo agg. 14:25
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«Ho dovuto fabbricare speranze per arrivare a un Piano di rilancio dell'Anm, ora la palla passa al Tribunale, arbitro supremo. Se arriva il via libera si parte e possiamo condurre la nave in porto fino a dicembre del 2019, poi si vedrà». Amedeo Manzo, presidente della Napoli Holding - società del Comune che controlla l'Anm - è convinto che la salvezza dell'Azienda napoletana mobilità sia un obiettivo raggiungibile. Il tempo - non molto - decreterà il verdetto.

Allora presidente, come si può rilanciare un carrozzone old style pieno di assunzioni clientelari e privilegi concessi dalla politica come Anm?
«Chiariamo subito: del mio operato rispondo al sindaco Luigi de Magistris, che ringrazio, e alla città. Aggiungo alla Giunta e al Consiglio comunale».

C'è una storiella, che alimentava il gossip a Palazzo San Giacomo: Dov'è Manzo, quando arriva ne riconosciamo solo il profumo...
«È gossip. Io sono stato al lavoro per settimane e fino a notte inoltrata. In silenzio e, se oggi siamo passati dal baratro del fallimento alla speranza, da una criticità a un opportunità per Anm, è perché il Piano c'è. Non esulto perché lo si fa alla fine, vale a dire quando e se arriverà il parere positivo del Tribunale».

Lei si è insediato esattamente a luglio di un anno fa e subito ha trovato il caso dell'Anm.
«Un anno fa ho accettato un incarico gravoso e ho portato avanti un'idea che nessuno sosteneva. L'ho resa concreta, costituendo la squadra dei tecnici che ritenevo fosse la migliore. Penso all'avvocato Francesco Marotta di Ernst & Young specialista per le aziende di trasporto pubblico locale. Mi sono caricato di responsabilità e oneri come nessuno avrebbe fatto. E ho realizzato un risultato che già oggi ha dell'invidiabile. Soprattutto ideando e vedendo ciò che ad altri sfuggiva, valorizzandolo in un Piano che senza visione sarebbe stato solo un esercizio didattico».
 
Andiamo nel concreto. I napoletani quando potranno avere un servizio migliore?
«Per cucinare serve avere il ristorante aperto. Il punto chiave è salvare l'azienda. Conto - per migliorare il servizio - in alcune contingenze positive».

Cioè?
«Tra settembre e ottobre arriveranno i nuovi bus, una quarantina, nei primi mesi del 2019 apriranno altre fermate della metropolitana e arriveranno, a scaglioni, i nuovi treni. Anm è un'azienda che perdeva 30 l'anno. Per avere più mezzi in strada e su rotaia abbiamo bisogno di qualche mese: è necessario spingere sul miglioramento dell'efficienza nella gestione e fare una lotta senza quartiere all'evasione. Anm incassa 41 milioni l'anno dalla vendita dei biglietti e degli abbonamenti, dobbiamo arrivare almeno a 51-54. I risultati che stiamo avendo sono incoraggianti: per esempio nell'ultimo trimestre del 2017 siamo cresciuti di settecento mila euro rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, da 12,3 a 13 milioni».

Briciole come quelle che lasciava Pollicino per trovare la via maestra? Nella sostanza il Piano ha le basi perché Anm possa vivere del suo lavoro?
«Sì non ho dubbi e alla fine 2019 questo equilibrio deve essere raggiunto. Così manterremo l'azienda pubblica».

In che modo?
«Avremo con il Piano una diminuzione dei costi del lavoro per circa 29 milioni, risparmiamo in assicurazioni altri cinque milioni. Poi c'è da abbattere la vicenda dei superminimi sono in 165 i funzionari e i quadri che ne usufruiscono e molti timbrano il cartellino la mattina e alle 15 già non sono più in azienda. Abbiamo un passivo di 185 milioni ma con il piano i creditori verranno pagati interamente, mentre quelli chirografari tra il 40 e il 45%».

E i ricavi dove sono?
«Quello che conta più di tutto è il ricavo dalla vendita dei biglietti e dunque la lotta all'evasione. In questo abbiamo già firmato un convenzione con i Vigili urbani che accompagneranno i controllori. Ho spiegato ai controllori che il futuro passa per questa strada. Presto saranno pubblici ufficiali».

Ci sono lavoratori Anm entrati in azienda come autisti e in maniera repentina passati negli uffici. Difficile da digerire?
«La stragrande maggioranza dei dipendenti Anm lavora e bene. Sui cosiddetti indiretti o inabili faremo una corposa opera di visite fiscali per verificare come stanno le cose. In Anm sarà premiato con lo stesso rigore chi lavora e produce all'insegna della meritocrazia».

Ai napoletani costa 54 milioni l'Anm per vedere le funicolari chiuse e sognare i bus. Non le sembra un conto troppo salato?
«È un paradosso che il Comune azionista unico venga accusato, pur finanziando Anm con 54 milioni all'anno. Le faccio un esempio: a Milano la Regione Lombardia dal Fondo nazionale dei trasporto gira una quota superiore al 30% circa 280 milioni. A Napoli la Regione Campania dà 58 milioni che è solo il 10,73%. Non tocca a me dire perché si è generata questa situazione, il Piano che è di concordato preventivo è studiato anche per risolvere situazioni come questa».

Però non ha risposto alla domanda su quando i napoletani potranno avere un servizio più degno
«Abbiamo bisogno - lo ripeto - di qualche mese di tempo, ma sono fiducioso che con i nuovi bus già ci sarà un miglioramento. Aggiungo che con i risparmi del costo del lavoro da un lato, e il maggiore introiti dai biglietti dall'altro, potremo assumere giovani che guideranno quei nuovi mezzi».

La Sosta resterà in Anm?
«Deve generare ricavi e al momento ci siamo».

Cosa farà Manzo dopo avere salvato Anm?
«Intanto cerchiamo di salvarla l'Azienda quando avverrà il mio compito sarà finito».

Dunque l'anno prossimo lascia?
«Il mio mandato scade nel 2020, ringrazio il sindaco per l'opportunità che mi ha dato. Non è scontato che resti perché per andare avanti ho bisogno di emozioni ma c'è tempo per pensarci».
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