Liberato dal giudice il ghanese
che ha ucciso in ospedale

Liberato dal giudice il ghanese che ha ucciso in ospedale
di Mary Liguori
Mercoledì 4 Luglio 2018, 08:22 - Ultimo agg. 5 Luglio, 07:04
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Inviato a Sessa Aurunca

Sabato sera ha sfasciato un bar e pretendeva cento euro dal proprietario. Per non pagare una birra. I carabinieri lo hanno arrestato, ma il gip lo ha mandato libero quella sera stessa e ha deciso nei suoi confronti il solo obbligo di firma. Ma Charles Opoku Kwasi, nato nel Ghana 31 anni fa, non ha una fissa dimora e vive senza permesso in Italia da almeno quattro anni. Sul finire del 2013 gli è stata respinta la richiesta dello status di rifugiato presentata per motivi umanitari. Avrebbe dovuto essere rimpatriato, ma l'espulsione è rimasta sulla carta. Lettera morta. Da quel momento, gli spostamenti di Charles sono tracciabili attraverso una serie di arresti. Fermato ad Andria, in Puglia, per furto. Era il 2015. Bloccato sul Litorale Domitio per rissa, l'anno dopo. Arrestato, ancora, a Pescopagano frazione di Castel Voltuno, sabato scorso. E rimesso in libertà. Due sere fa ha perso di nuovo il controllo. Se ne andava in giro per la Domitiana a danneggiare auto in sosta. Lo hanno beccato gli agenti di polizia del reparto prevenzione crimini di Napoli che da mesi lavorano in supporto delle forze dell'ordine del posto per gestire quella polveriera ingestibile che è Castel Volturno. I poliziotti hanno dovuto chiamare un'ambulanza. Charles era fuori di sé. Urlava, si dimenava, era visibilmente sotto l'effetto di droghe. Forse scarti di crack che molti disperati vanno a fumare negli anfratti delle centinaia di case abbandonate e le rovine di hotel che ricordano di un boom turistico che, di questo passo, alla foce del Volturno non tornerà mai più.
 

 

Charles era strafatto quando in ambulanza è arrivato in ospedale, a Sessa Aurunca. E dal Pronto soccorso l'hanno trasferito nel reparto di psichiatria. Erano le tre del mattino quando si è tranquillizzato, o così devono aver pensato gli agenti che, di fatto, sono andati via lasciandolo alle cure dei quattro infermieri di turno. Tre donne e un uomo. Mancava un quarto alle sette del mattino quando, come in preda a un incubo letale, Charles si è alzato dal letto e ha iniziato a dare di matto. In quel momento la sua strada, già segnata nonostante la giovane età, si è incrociata con quella di Luca Toscano. Settantasette anni, pensionato, qualche problema di natura senile che ha richiesto un ricovero per accertamenti. Ironia della sorte, Toscano ha lavorato per anni come infermiere al civile di Teano. Cosa sia scattato nella testa di Charles resterà per sempre un mistero. Gli infermieri lo hanno visto avventarsi improvvisamente sul pensionato. Sferrargli sulla faccia una raffica interminabile di pugni. Hanno cercato di intervenire. Ma è stato inutile. Charles ha concluso l'opera in un piccolo corridoio adiacente il reparto. Lì si è barricato con il corpo ormai senza vita di Luca, mentre i dieci pazienti presenti in reparto e gli infermieri si chiudevano terrorizzati in una delle stanze. Poi sono arrivati i carabinieri. Ancora urla e minacce.
 

«Non valete niente voi carabinieri, non siete nessuno». Le stesse frasi in un italiano biascicato, corroso dalla lingua natia, che ha rivolto ai poliziotti sabato sera, quando ha distrutto il bar a Pescopagano. Ci sono voluti cinque carabinieri per fermare la furia di Charles. E una dose massiccia di sedativi. Era ancora frastornato quando, intorno alle 15 di ieri pomeriggio, i militari lo hanno portato via dall'ospedale. Direzione Santa Maria Capua Vetere. Penitenziario. Resterà in Italia, ma dietro le sbarre. Per lui l'accusa è di omicidio volontario.
Resta da comprendere cosa abbia innescato la follia. Se, come si è ipotizzato in un primo momento, il 31enne abbia problemi psichici. In tal caso, può sperare in una condanna ammorbidita dall'incapacità d'intendere o volere. Anche momentanea. A Pescopagano, a quanto pare, lo conoscono solo i carabinieri. Vagava senza meta per giorni, per ficcarsi puntualmente in qualche guaio. Come molti degli innumerevoli extracomunitari che affollano Castel Volturno.
Disperati, nullatenenti. Senza niente da perdere. Proprio per questo, a volte, mine vaganti pronte a uscire dal ghetto e colpire. A caso. Come ha fatto ieri Charles.

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