Il Papa ai nuovi cardinali, fuggite dagli intrighi di curia e non guardate dall'alto al basso la gente

Il Papa ai nuovi cardinali, fuggite dagli intrighi di curia e non guardate dall'alto al basso la gente
di Franca Giansoldati
Giovedì 28 Giugno 2018, 16:38 - Ultimo agg. 21:17
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Città del Vaticano – «Non guardate dall’alto al basso la gente. Non sentitevi superiori a nessuno». A San Pietro davanti al Papa, all’altare della Cattedra, ci sono i nuovi 14 cardinali. Bergoglio parla dell’ora delle grandi decisioni, del bisogno di mettere da parte gelosie, invidie e intrighi di palazzo e di curia.  «L’unica autorità credibile è quella che nasce dal mettersi ai piedi degli altri per servire Cristo. È quella che viene dal non dimenticare che Gesù, prima di chinare il capo sulla croce, non ha avuto paura di chinarsi davanti ai discepoli e lavare loro i piedi. Questa è la più alta onorificenza che possiamo ottenere, la maggiore promozione che ci possa essere conferita».

 Qualche minuto prima del quinto concistoro, a nome delle nuove porpore, ha preso la parola il nuovo cardinale di Bagdad, Sako che ha fatto arrivare in Vaticano la voce dei cristiani perseguitati. Racconta che persino i musulmani lo hanno pregato di ringraziare il Papa per il suo stare vicino alla gente nelle loro preoccupazioni. Ai nuovi cardinali Francesco torna a parlare del bisogno di servire, di inchinarsi davanti al dolore e al bisogno altrui, sfuggendo le ricchezze e le logiche mondane. «La conversione dai nostri peccati, dai nostri egoismi non è e non sarà mai fine a sé stessa, ma mira principalmente a crescere in fedeltà e disponibilità per abbracciare la missione».

Infine, ha ricordato un passo del testamento spirituale di San Giovanni XXIII: «Nato povero, ma da onorata ed umile gente, sono particolarmente lieto di morire povero, avendo distribuito secondo le varie esigenze e circostanze della mia vita semplice e modesta, a servizio dei poveri e della Santa Chiesa che mi ha nutrito, quanto mi venne fra mano — in misura assai limitata del resto — durante gli anni del mio sacerdozio e del mio episcopato. Apparenze di agiatezza velarono, sovente, nascoste spine di affliggente povertà e mi impedirono di dare sempre con la larghezza che avrei voluto. Ringrazio Iddio di questa grazia della povertà di cui feci voto nella mia giovinezza, povertà di spirito, come Prete del S. Cuore, e povertà reale; e che mi sorresse a non chiedere mai nulla né posti, né danari, né favori, mai, né per me, né per i miei parenti o amici».
 
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