Istat: 5 milioni di italiani in povertà assoluta, 1,2 sono minori. Record dal 2005, Sud più colpito

Istat: 5 milioni di italiani in povertà assoluta, record dal 2005. Sud più colpito
Istat: 5 milioni di italiani in povertà assoluta, record dal 2005. Sud più colpito
Martedì 26 Giugno 2018, 11:47 - Ultimo agg. 13 Ottobre, 19:14
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I poveri in Italia nel 2017 hanno superato la soglia cinque milioni. È la prima volta da quando l'Istat ha iniziato queste serie storiche, nel 2005. Di questi un milione e 208 mila sono bambini o ragazzi con meno di 18 anni. Poco meno di uno su tre è straniero. Nei dati Istat il vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, legge la conferma della «giustezza dell'obiettivo che ci siamo dati con tutto il governo ovvero mettere al centro gli italiani e dare priorità assoluta alle loro necessità». 

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«Record di poveri in Italia! Il reddito di cittadinanza è un diritto da riconoscere subito», rilancia su Facebook l'altro vicepremier, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo, Luigi Di Maio. Vivono in povertà assoluta il 6,9% delle famiglie (un altro record, erano il 6,3% nel 2016), e la quota supera il 10% nelle famiglie del Mezzogiorno, in quelle con figli a carico e in quelle degli operai. Si conferma così, seppur in leggera riduzione, il fenomeno dei lavoratori poveri, incapaci di acquistare i beni e i servizi necessari per consentire uno standard di vita «minimamente accettabile».

Le famiglie operaie in povertà assoluta sono l'11,8% (erano il 12,6% nel 2016), una quota più che doppia rispetto a quelle dei pensionati. Del resto, il rischio di povertà delle famiglie diminuisce al crescere dell'età dei loro membri: è del 9,6% per quelle dei 18-34enni e del 4,6% tra quelle degli ultra 64enni, che pure vedono un peggioramento rispetto al 2016. Le maggiori difficoltà riguardano, in particolare, i nuclei con figli: l'incidenza della povertà cresce all'aumentare del numero di bambini e raggiunge il 20,9% per le famiglie numerose, con tre o più minori. Ancora più ampi sono i confini della povertà relativa. Le famiglie con una spesa al di sotto della media nazionale (1.085 euro e 22 cent al mese per due persone) sono il 12,3% in Italia e più del doppio al Mezzogiorno, dove raggiungono 24,7%, con un balzo di 5 punti percentuali in un anno.

La Regione più colpita è la Calabria, dove vive in povertà relativa oltre un terzo delle famiglie (il 35,3%). La Valle d'Aosta non potrebbe essere più lontana (sono povere solo il 4,4%, un valore di otto volte più basso). Di fronte a questi numeri l'Alleanza della povertà fa un appello al governo per dare stabilità e rafforzare il reddito di inclusione, «rifuggendo ogni tentazione di 'riforma della riformà». E il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio si associa a questo invito: «#StopPovertà sia il cuore della prossima manovra di bilancio, completare e rafforzare il reddito di inclusione per 5 milioni di italiani», scrive su Twitter. Da Forza Italia, invece, la vice presidente della Camera, Mara Carfagna, propone un assegno universale per i bambini in povertà assoluta: «ha un costo decisamente inferiore al reddito di cittadinanza - spiega - e rappresenta un sostegno mirato a chi ne ha veramente bisogno».

La povertà minorile in Italia, per Save the children, è «una vera emergenza», con le parole della direttrice dei programmi Italia-Europa, Raffaela Milano, anche perché «la povertà materiale spesso si associa alla 'povertà educativà cioè l'impossibilità per i bambini di apprendere, far fiorire i propri talenti e le proprie capacità per costruire liberamente il loro futuro».
Dei 2,7 milioni di persone affamate che nel 2017 hanno dovuto chiedere aiuti per il cibo, tra mense dei poveri e consegne di pacchi alimentari, sottolinea la Coldiretti, 455 mila sono bambini e ragazzi di età inferiore ai 15 anni.
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