Tim, sì dei dipendenti all'accordo sulla solidarietà

Sede Tim-Telecom
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Lunedì 18 Giugno 2018, 16:59 - Ultimo agg. 19 Giugno, 14:53
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Arriva l’ultimo sì all’accordo sulla solidarietà per circa 30mila dipendenti al fine di gestire 4.500 esuberi individuati da Telecom Italia. È terminata la consultazione dei lavoratori che hanno dato, secondo Radiocor, il loro via libera all’accordo firmato da sindacati e azienda l’11 giugno che prevede anche il ricorso ai prepensionamenti ex legge Fornero. Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno dunque comunicato a Tim «formalmente il positivo scioglimento della riserva sul verbale di accordo che, pertanto, è pienamente efficace. Contestualmente, l’accordo aziendale sottoscritto» e i «relativi verbali, vengono anch’essi positivamente validati dalla consultazione dei lavoratori». I voti dei dipendenti favorevoli sono stati 15.650, 671 contrari e 626 astenuti. A questo punto i sindacati ritengono fondamentale ribadire «dopo questo ennesimo atto di responsabilità nel sottoscrivere un importante accordo di tenuta, la necessità del consolidamento del patrimonio industriale e professionale dell’intero perimetro del gruppo Tim, della sua rete, dei suoi asset». A tal proposito le sigle giudicano «necessario e urgente un diverso e più incisivo ruolo del governo e in questo senso registrano positivamente la disponibilità del Ministro» Di Maio «all’apertura di un tavolo di confronto sul futuro di Tim che auspicano si possa concretizzare quanto prima.
Tim dovrà garantire scelte di politica industriale coerenti con gli interessi generali del Paese in materia di innovazione, sviluppo digitale e sicurezza delle reti, dovrà valorizzare, innovare, difendere e sviluppare l’infrastruttura di rete nazionale, garantendone l’apertura con una nuova regolamentazione che garantisca le pari opportunità per tutti gli operatori del settore». I lavoratori, commenta Giorgio Serao della segreteria nazionale Fistel Cisl, «hanno a larghissima maggioranza apprezzato il lavoro fatto dalle organizzazioni sindacali confederali che ha portato al ritiro della cigs (cassa integraziogne guadagni straordinaria che Tim avrebbe usato per ristrutturare, ndr) e all’utilizzo dei contratti di solidarietà e uscite volontarie ex articolo 4 della legge Fornero». Ora, prosegue il sindacalista, «bisogna verificare che Tim mantenga gli impegni assunti a partire dai processi di internalizzazione e riqualificazione del personale alla contrattazione di secondo livello». Inoltre «con il governo bisogna affrontare le questioni del perimetro industriale di Tim, la separazione della rete, la difesa dei livelli occupazionali e la stabilità della governance per rilanciare la più grande azienda italiana di innovazione e digitalizzazione».
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