Pedofilia, in Cile si fa il nome del cardinale Sodano: promosse i vescovi insabbiatori

Pedofilia, in Cile si fa il nome del cardinale Sodano: promosse i vescovi insabbiatori
di Franca Giansoldati
Domenica 17 Giugno 2018, 18:42 - Ultimo agg. 18 Giugno, 22:41
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Città del Vaticano – Il cardinale Angelo Sodano – già Segretario di Stato e attuale Decano del Collegio Cardinalizio - non solo era molto vicino a padre Fernando Karadima, il pedofilo seriale cileno attualmente in pensione, ma i tre vescovi in Cile che hanno insabbiato il caso, ignorando le reiterate denunce delle vittime, diventarono tutti vescovi grazie ai buoni uffici di Karadima che ne consigliò la promozione all'allora nunzio apostolico Sodano. Un sistema marcio alle radici. A descrivere questa catena di omertà e omissioni è Oscar Karadima, 77 anni, uno dei fratelli minori del prete pedofilo, reduce da un incontro in Vaticano con Papa Francesco la scorsa settimana.

La Tercera, un importante giornale cileno, lo ha intervistato raccogliendo il senso di quell'incontro e lo scambio di impressioni avute con Bergoglio. «Per me è stato un onore assistere alla messa del Papa. La celebrazione è iniziata di pomeriggio e c'erano anche i cinque sacerdoti che sono stati vittime nella parrocchia dove mio fratello faceva il parroco. Il Vaticano nel 2011, ha condannato padre Fernando Karadima anche se lui continua a dirsi innocente e da parte sua non c'è mai stata una sola parola di pentimento».

Il fratello parla poi delle cattive relazioni che suo fratello ha con tutti i membri della famiglia, tanto che nessuno ha mai avuto il suo cellulare. «Ci considerava poco. Ora siamo distrutti dal dolore e indignati per quello che ha fatto, per la manipolazione continua, per lo strazio che ha dato a mia madre. Era uno che tendeva a dividere le persone piuttosto che a unirle. Io penso che sia colpevole. Mi costa dire questo, visto che è mio fratello, ma è terribile».

Oscar Karadima spiega anche di avere avuto incontri con le vittime. James Hamilton, José Andrés Murillo, Juan Carlos Cruz. Quanto ai vescovi insabbiatori, Juan Barros, Tomislav Koljatic, Horacio Valenzuela e Andrés Arteaga, ha pochi dubbi: «sono persone ben conosciute, che si vedevano sempre nella parrocchia di mio fratello e sono stati formati proprio da lui. Quando il Papa mi ha chiesto di parlargli di Barros io gli ho riferito che Barros ha mentito. Egli era amico di mio fratello e faceva parte della sua stretta cerchia. Barros, ma anche Koljatic, Valenzuela e Arteaga sono stati fatti vescovi grazie a mio fratello che era molto vicino all'allora nunzio in Cile, il cardinale Angelo Sodano che poi è diventato Segretario di Stato vaticano. Lo sanno tutti qui in Cile che sono diventati vescovi grazie a lui».






























 
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