Premio Napoli, il ricordo di Sergio Piro nel libro di Teresa Capacchione

Premio Napoli, il ricordo di Sergio Piro nel libro di Teresa Capacchione
Martedì 12 Giugno 2018, 09:36
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“Dal 1965 al 1984 la Campania è stata un punto cruciale nel dibattito nazionale sulla salute mentale. Con i suoi sei manicomi, di cui tre ospedali psichiatrici giudiziari, costituiva una vera e propria industria della follia di dimensioni gigantesche”. Così Francesco Piro, figlio del compianto Sergio Piro, il rivoluzionario psichiatra scomparso nel 2009 all’età di 81 anni, scrive nella prefazione del libro “Primavera 180” (Sensibili alle Foglie, 2018), firmato da Teresa Capacchione, allieva di Piro e oggi presidente dell’associazione che porta il suo nome.

Il volume è stato presentato dall’autrice nel pomeriggio di lunedì 11 giugno nella sede della Fondazione Premio Napoli, all’interno di Palazzo Reale, in un incontro dedicato anche al quarantesimo anniversario della legge 180, la cosiddetta “legge Basaglia”, che il 13 maggio 1978 decretò la chiusura dei manicomi in Italia. Al dibattito, introdotto da Domenico Ciruzzi, presidente della Fondazione, e moderato dalla giornalista Carla Di Napoli, hanno partecipato Roberto Beneduce, docente di Antropologia cultura all’Università di Torino, e Francesco Piro, professore di Storia della filosofia all’Università di Salerno.

“La Campania diede un forte contributo all’esperienza di Franco Basaglia”, ha sottolineato Domenico Ciruzzi, ricordando che “in quegli anni si creò un movimento culturale a partire dall’impulso e dagli stimoli di diversi psichiatri napoletani, tra cui Sergio Piro. A quel movimento parteciparono intellettuali, attori e registi, con la consapevolezza di dover mettere in discussione le istituzioni totali, che erano ancora frutto di una cultura di regime e dovevano essere riformate dalla radice”.

“Il libro – ha spiegato Teresa Capacchione – nasce dall’esigenza di far conoscere a un pubblico più vasto una serie di lotte che hanno preceduto la riforma psichiatrica del 1978. È come un manuale d’uso che si rivolge non solo all’ultima generazione di operatori del settore, ma anche a chi fa parte di collettivi politici o movimenti studenteschi, che non hanno consapevolezza di quanto è avvenuto in passato. Il tutto si basa su una grande lavoro di ricerca sui quotidiani campani dal ’65 all’85 e su una serie di articoli scritti da Sergio Piro, con riferimento ai guasti istituzionali conseguenti all’approvazione della legge 180, soprattutto nel Mezzogiorno”.

“Primavera 180”, ha aggiunto Francesco Piro, rappresenta “il primo tentativo di ricostruzione della storia della legge 180 a Napoli e nel resto della regione, partendo dagli esperimenti di manicomio aperto, tentati già negli anni Sessanta, e proseguendo con tutto il dibattito sulla legge e con le varie forme di sperimentazione psichiatrica sul territorio. È una storia corale che inizia dall’attività di Sergio Piro e include le persone che hanno collaborato con lui, gli altri psichiatri che hanno seguito la sua linea di pensiero, fino alla stampa presente in città, una stampa libera che ha consentito una maggiore diffusione delle idee, qualcosa che oggi è seriamente a rischio”. 
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