Vodka e pallottole: a Napoli nei locali alla moda le esibizioni muscolari dei giovani boss

Vodka e pallottole: a Napoli nei locali alla moda le esibizioni muscolari dei giovani boss
di Nico Falco
Martedì 12 Giugno 2018, 11:37 - Ultimo agg. 11:40
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Li riconosci subito, già dalla strada, quando sono ancora incolonnati nelle code che si formano davanti alle discoteche. Da quando arrivano nelle automobili tirate a lucido, con la musica sparata a mille, gli sguardi fissi sui ragazzi in giro e nelle altre automobili per contare quanti abbasseranno gli occhi. Nel locale li aspetta il tavolo prenotato. O i tavoli, se si tratta di una serata speciale. Anche una intera porzione della sala, come se l'avessero affittata per una festa privata. Eccoli qui, i rampolli dei clan, con le tasche piene di banconote e la pistola pronta nel cruscotto. Vodka e pallottole, fino all'alba. Li noti subito perché sono loro a farsi riconoscere, a esibirsi come se quel locale fosse il loro palcoscenico privato. Non è semplice divertimento e nemmeno solo squarcioneria. È uno spot per il clan che rappresentano, una dimostrazione di potenza economica.

IL BRAND CAMORRA
Tutto è studiato, come una recita. Si scelgono i locali più in voga, quelli più frequentati, perché il messaggio arrivi a quanta più gente possibile. I tavoli prenotati, separati dagli altri, diventano un punto di osservazione privilegiato a cui nessuno si avvicina. Le ordinazioni che continuano ad arrivare, scelte tra i prodotti più costosi, e devono vederlo tutti: i camerieri sfilano in sala portando le cassette, tra le bottiglie spiccano i bengala. Champagne costoso da centinaia di euro a bottiglia, bevuto, offerto, o anche lasciato a metà. Quello che importa è il conto che arriva a fine serata, migliaia di euro a saldo del contratto pubblicitario appena andato in scena. I video, poi, ogni tanto finiscono su Facebook. In qualcuno si sente anche il dj che annuncia la loro presenza, che li esalta quando arrivano le bottiglie. E proprio una di queste sceneggiate sarebbe all'origine della sparatoria ai baretti di Chiaia del novembre scorso: il raid sarebbe stato messo a segno da giovani dei Formicola dopo che coetanei vicini al clan Troncone avevano speso in un noto locale 3mila euro in 10 minuti, ordinando 45 bottiglie di champagne; quella ostentazione di potenza sarebbe stata vista come una minaccia per gli affari del gruppo sulla zona.

I PRECEDENTI
Quei locali, però, sono gli stessi dove si riuniscono i ragazzi che con la malavita non hanno nulla a che fare. Basta un'occhiataccia o presunta tale, una spinta involontaria e ci si può ritrovare dall'altro lato di una pistola. Come è successo sabato notte, intorno alle 4, quando durante una rissa a Coroglio diversi testimoni hanno raccontato di aver visto un ragazzo scendere armato da una Fiat 500xl, fermato da un amico che se l'è trascinato via. E a volte la tragedia arriva anche per meno. Come accadde a Maurizio Lutricuso, ucciso nel 2014 davanti a una discoteca di Agnano. Aveva negato una sigaretta a un ragazzino. Non sapeva che quel rifiuto sarebbe suonato come un affronto per quei giovani legati al clan Sibillo. Gli spararono sette colpi in petto, lo lasciarono agonizzante a terra. E poi, come se nulla fosse successo, andarono a mangiare un panino.
 
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