Governo Lega-M5S, Salvini: «Né io né Di Maio premier». Stretta finale, lunedì parola al Quirinale

Lega-M5S, niente intesa sul premier. Di Maio: «Nome nei prossimi giorni»
Lega-M5S, niente intesa sul premier. Di Maio: «Nome nei prossimi giorni»
di Alberto Gentili
Giovedì 17 Maggio 2018, 09:47 - Ultimo agg. 18 Maggio, 07:56
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«Sono stati sciolti tutti i nodi» sul contratto e «nei prossimi giorni scioglieremo quello sul premier». Lo ha annunciato Luigi Di Maio dopo il faccia a faccia di oggi con Matteo Salvini, confermando che nel contratto del governo M5S-Lega ci sarà anche il conflitto di interessi. «Penso che in serata chiudiamo. Probabilmente domani andrà al voto degli iscritti M5S», ha aggiunto. Sempre per domani previsto un nuovo incontro tra i leader.

«Creata la base del governo, stiamo ragionando anche sul nome del premier. Dobbiamo ancora dirimere. Sono sicuro che troveremo una soluzione. Sono fiducioso che troveremo una soluzione. Creata la base di governo, creata ogni cosa il chi non sarà un problema», ha detto Di Maio arrivando a Monza.


 



Salvini. «Entro fine settimana ci sarà la chiusura. Se chiudiamo, chiudiamo lunedì e comunque vada la parola lunedì torna a Mattarella», ha puntualizzato il leader della Lega ad Aosta. «Abbiamo fatto un enorme lavoro, ce l'abbiamo messa tutta in un tempo limitatissimo, altro tempo non ne vogliano portar via», ha aggiunto e a chi gli chiedeva se fosse ottimista come Di Maio a replicato: «Io sono ottimista per natura, quindi non posso essere che ottimista ma bisogna anche essere realisti». «Ci dono delle scelte che dipendono da noi e ci sono scelte che dipendono da altri», ha proseguito sottolineando ancora «se chiudiamo, chiudiamo lunedì altrimenti avremmo fatto un grande lavoro di cui qualcuno ci sarà grato».

Di Maio. «Il contratto del governo è Il cuore del governo del cambiamento. Vedo che ci sono molti preoccupati a livello internazionale ed europeo, ma non devono temere», ha detto ancora Di Maio. «Questa - ha aggiunto - è solo la volontà popolare. Quello che c'è scritto lì dentro è la volontà del popolo italiano che vuole un cambiamento». «Qui oggi potrebbe essere uno degli ultimi incontri che facciamo non al governo e speriamo che da qui possa partire un messaggio per tutta l'Europa: che ci sono tante persone che soffrono in tutta Italia imprenditori, dipendenti disoccupati e che queste persone vengono prima di tutto e che vanno messe prima di tutto», ha proseguito il leader 5 stelle arrivando a Monza per incontrare Sergio Bramini, imprenditore fallito che vanta crediti dallo Stato e che domani dovrebbe essere sfrattato dalla sua casa.


Il nodo del premier. «Il premier è ancora un punto su cui si sta lavorando, decideremo nei prossimi giorni», ha detto Di Maio. «L'identikit del futuro premier? Una persona seria», ha detto Salvini. «Se ci sarà, il premier firmerà il contratto, assolutamente, sarà il garante dell'attuazione del programma, non diamo pacchetti chiusi a nessuno. Chiunque sia, sarà protagonista o magari è già protagonista, della stesura di questo programma».





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«Per la prima volta nella storia in Italia per la fase di formazione di un Governo non ci si sta scannando su chi fa il ministro o il viceministro, anzi non ne abbiamo sostanzialmente parlato, ma il confronto è solo e soltanto, sull'ambiente, sulla scuola, sulla legittima difesa, sul jobs act, sulla riforma della giustizia, sulle legge Fornero. E siamo arrivati ad un punto di lavoro molto positivo», ha detto ancora il segretario della Lega. Poi, scherzando ha aggiunto: «Visto che il lavoro Di Maio-Salvini è visto con terrore dai mercati, oggi lo spread in Olanda cresce di più per colpa di Lega e M5S. E anche la borsa di Tokyo soffre, Evidentemente abbiamo una rilevanza internazionale». 


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«Spero che tutti, all'estero e in Italia, rispettino la volontà popolare. Se ci fossero segnali di ostacolo alla nascita di un governo, che rispecchia il voto degli italiani di due mesi fa, che arrivano dall'estero, ce ne facciamo una ragione e siamo abituati alle interferenze straniere. Se ci fossero ostacoli ad un governo del cambiamento che arrivano dall'Italia sarebbe più preoccupante. Spero di avere solo una brutta impressione». Lo ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, durante un appuntamento elettorale ad Aosta.

«Alcune parole eccessive di alcuni alleati, che non conoscono cosa stiamo facendo, se le potrebbero risparmiare. Noi siamo rimasti in un'alleanza con alcuni partiti, e penso a Forza Italia che ha sostenuto governo che hanno massacrato gli italiani, ma ci siamo rimasti. Qui c'è qualcuno che polemizza per una settimana di lavoro, giorno e notte, sulle cose da fare per il paese. Se c'è qualcuno che vuole rompere lo dica, non sono io», ha aggiunto Salvini, facendo riferimento ad lacune critiche ricevute dall'area di centrodestra. 

Le liste dei ministri. La trattativa non è ancora chiusa ma che si sia alla stretta finale è chiaro dal fatto che cominciano a girare in ambienti parlamentari le prime liste, esito di un lavorio complesso come dimostra l'ampio uso di bianchetto sui fogli a quadretti. In una con l'ipotesi di Di Maio premier, Salvini figura ministro dell'Interno e
vicepremier unico, con l'economista no-euro Claudio Borghi come sottosegretario alla presidenza del Consiglio. In un'altra con Salvini premier, invece, Di Maio è agli Esteri (che nella prima lista vanno a Giampiero Massolo) ed è vicepremier unico mentre sottosegretario alla presidenza del consiglio è Alfonso Bonafede. La stretta arriverà solo dall'intesa tra i due leader politici che domani torneranno a rivedersi. Ma negli incontri degli ultimi giorni si è cominciato a stilare una griglia del futuro governo giallo-verde composta da 20 ministeri.

Nella lista che si è potuta visionare, con Di Maio premier, alla Difesa l'ex Capo di Stato maggiore della Difesa, l'ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, alla Giustizia Alfonso Bonafede (M5S), all'Economia Giancarlo Giorgietti (Lega), allo Sviluppo Economico Laura Castelli (M5S), alle Infrastrutture e trasporti il geomorfologo Mauro Coltorti, al Welfare Pasquale Tridico (M5S), all'Istruzione il rettore dell'università degli Studi di Milano Gianluca Vago, alla Salute Giulia Grillo (M5S), ai Beni Culturali Emilio Carelli (M5S), all'Ambiente Lucia Borgonzoni (Lega), all'Agricoltura Stefano Candiani (Lega). Alla pubblica amministrazione è indicato il professore Giuseppe Conte, il cui
nome è girato anche come premier, mentre il braccio destro di Di Maio, Vincenzo Spadafora va agli Affari Europei, la leghista Simona Bordonali agli Affari regionali come il leghista Gian Marco Centinaio va al Turismo. Nel toto-nomi Roberto Calderoli è ministro ai Rapporti con il Parlamento e l'ex nuotatore Domenico Fioravanti ministro dello Sport.

Stesso equilibrio nei numeri (spicca sempre la ridotta presenza di donne) tra M5S e Lega, ma con nomi dei 5 stelle nei dicasteri chiave, risulta da un altro toto-nomi che ipotizza Salvini o un altro leghista come presidente del Consiglio. In quel caso all'Economia potrebbe andare un tecnico d'area M5S come Enrico Giovannini o Andrea Roventini, l'Interno resterebbe invece in quota Lega, all'Istruzione il preside brindisino Salvatore Giuliano (M5S). Nomi che al momento non sono definitivi tant'è che sia dai 5 stelle che dalla Lega chiariscono che «non esiste alcuna lista» vidimata sia pure come bozza, anche in considerazione del fatto che resta ancora apertissima la trattativa sul nome del presidente del Consiglio.

Le direzioni. Entrambi i leader si incontreranno con i dirigenti dei rispettivi partiti: il Consiglio Federale della Lega è stato convocato per domani alle 14. All'ordine del giorno della riunione in via Bellerio, a quanto si è appreso, ci sono le «comunicazioni» del segretario, impegnato nella trattativa per il governo su cui nel fine settimana è stata indetta una consultazione nei gazebo.
 

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