Cr8, l'accordo sui debiti non basta: il Comune di Napoli ha sette mesi per scongiurare il crac

Cr8, l'accordo sui debiti non basta: il Comune di Napoli ha sette mesi per scongiurare il crac
di Valerio Esca
Domenica 13 Maggio 2018, 08:00
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Con lo sblocco della cassa gli sforzi del sindaco de Magistris si concentrano adesso sulla battaglia romana per provare a strappare al governo una norma che cancelli la sanzione della Corte dei Conti. Il cosiddetto «debito ingiusto». Non basta infatti il via libera del premier Paolo Gentiloni, grazie al quale lo Stato si riconosce titolare del 77 per cento del debito contratto con il Cr8 (risalente al 1981, nel post terremoto), a scacciare lo spauracchio del default. L'amministrazione ha sette mesi di tempo per portare a casa il risultato e l'impasse istituzionale di queste settimane, con tutte le difficoltà legate alla formazione di un nuovo governo, preoccupa non poco il primo cittadino. Soprattutto nel caso in cui ci fosse un ticket Lega-5Stelle. Basti pensare ai pessimi rapporti tra de Magistris e il leader della Lega Matteo Salvini.
 

Cosa cambia dopo l'ok di Gentiloni
Innanzitutto si aspetta nei prossimi giorni la formalizzazione da parte del Cr8 della rinuncia al pignoramento: «Il governo con la somma di 10 milioni di euro deliberata due giorni fa si riconosce competente del 77 per cento del debito Cr8 - spiega l'assessore al Bilancio Enrico Panini - A questo punto il Consorzio è messo nelle condizioni di ritirare la richiesta di pignoramento. Si aspettava soltanto l'ok di Roma. Così noi riprenderemo pieno possesso dei capitali in cassa». In sostanza si torna alla gestione ordinaria dell'ente. Rientra il rischio per il pagamento ai fornitori, i ritardi sugli stipendi, la benzina per i mezzi del Comune. Una boccata d'ossigeno per il Municipio, nonostante effetti tossici notevoli in questi mesi ce ne siano stati. Perché l'amministrazione, a causa del pignoramento, è dovuta ricorrere alle anticipazioni di tesoreria di Banca Intesa San Paolo, su cui si pagano gli interessi, che a loro volta aumentano le passività. Per un importo pari a 97 milioni, l'ammontare del pignoramento richiesto nei mesi scorsi dal Cr8 (anche se al momento dell'esecuzione del titolo ne erano disponibili solo 24), gli interessi passivi sono maturati del 2,70 per cento. Il tanto atteso semaforo verde della presidenza del Consiglio porterà il governo a pagare 65 milioni degli 85 totali, mentre al Comune ne spetteranno 20 (19,6 milioni già versati al Cr8 come anticipazione nel 2016).
 
I problemi irrisolti
I nodi da dipanare sono ancora tanti. Perché se da una parte l'ente ritornerà in pieno possesso della liquidità di cassa, dall'altro resta l'impossibilità di contrarre mutui. Un esempio su tutti: quello con il Credito sportivo per la ristrutturazione dello stadio San Paolo. Pende dunque come una spada di Damocle su Palazzo San Giacomo la condanna per il mancato rispetto del saldo di finanza pubblica 2016, da 85 milioni di euro, inflitta dalla magistratura contabile, che equivale ad una trattenuta di pari importo alla sanzione sui trasferimenti erariali, che lo Stato deve corrispondere al Comune nel 2019. In pratica a piazza Municipio arriveranno il prossimo anno 85 milioni di euro in meno. Redigere il bilancio comunale con un segno meno di tale portata diventerebbe una missione impossibile. «Sulla sanzione della Corte dei Conti rimane da portare avanti una battaglia politica con il nuovo governo sottolinea Panini Oltretutto togliere la sanzione ad un ente non è una cosa straordinaria mai avvenuta nella storia. Quattro anni fa è accaduto al Comune di Torino». Bisognerà tenere comunque conto che, anche in caso di una norma cancella-debito, il buco di bilancio attuale dell'ente sfiora i 2 miliardi e mezzo di euro, con tutte le criticità connesse alla capacità di riscossione e alle vendite patrimoniali.

Plauso al premier
Arriva dalla pagina Facebook di Antonio Bassolino: «Nel suo rapporto con la città e con il Comune di Napoli ha dimostrato ancora una volta di essere un signore e di saper muoversi con giusto stile istituzionale». Mentre il capogruppo della sinistra in Consiglio comunale, Mario Coppeto, scrive: «Adesso bisogna rimuovere la sanzione».

La diffida del Prefetto
Rimanendo in tema di Consiglio comunale è stata notificata il 10 maggio la diffida del Prefetto per la mancata approvazione entro il 30 aprile del rendiconto finanziario, al momento passato solo al vaglio della giunta. «La diffida è un atto dovuto da parte della prefettura e si applica a tutti quei comuni che non hanno rispettato le scadenze previste dalle norme di materia contabile» rimarca l'assessore al Bilancio. Dal completamento degli atti di notifica (il 10 maggio), la legge prevede 20 giorni di tempo per il passaggio in aula del rendiconto. Che per forza di cose andrà approvato in Consiglio entro il 30 maggio. Decorsi i giorni vuole la norma - si procederà alla nomina di un commissario ad acta e avviata la procedura di scioglimento dell'assise cittadina. «Un pericolo che non esiste, siamo assolutamente nei termini, pura formalità» assicura Panini.
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