Fondi Ue, taglio del 7% per la coesione e la Campania rischia di perdere 370 milioni

Fondi Ue, taglio del 7% per la coesione e la Campania rischia di perdere 370 milioni
di Nando Santonastaso
Giovedì 3 Maggio 2018, 10:50
4 Minuti di Lettura
Il taglio ci sarà ma a conti fatti potrebbe essere più indolore di quanto si temeva. E addirittura, con l'aumento delle risorse per la gestione dell'immigrazione, i fondi Ue 2021-2027 per l'Italia potrebbero persino aumentare, secondo una fonte Ansa relativa ad un dossier riservato di Bruxelles. In attesa di saperne di più, un dato sembra certo: la Commissione Ue ha confermato ieri di voler ridimensionare le risorse assegnate nella prossima programmazione alla Politica di coesione quella decisiva per aiutare le aree più povere degli Stati membri, Mezzogiorno in testa e alla Politica agricola. Ma il taglio ipotizzato, il 5%, è la proposta più morbida tra quelle possibili anche se con il passare delle ore e una più attenta valutazione del dossier presentato dal Commissario Oettiger, si è arrivati al 12% in base ai prezzi 2018. In ogni caso sarebbe stato scongiurato il rischio, tutt'altro che remoto alla vigilia, di una stangata imposta dalla Brexit e dalla conseguente necessità di ridefinire il bilancio comunitario a 27 e non più a 28 (si era addirittura ipotizzata la rinuncia ai fondi strutturali o una ben più ampia sforbiciata).
 
Non è andata così anche se di taglio comunque bisognerà parlare nelle prossime settimane nella vera e propria trattativa che coinvolgerà Bruxelles, i singoli Stati membri e il Parlamento europeo fino al Consiglio d'Europa. Per la Coesione, si passerà dagli attuali 367 miliardi (2014-2020) ai futuri 330 miliardi che in termini reali, considerata l'inflazione, sembrano per la verità più vicini al 12% come detto che al 5% indicato da Bruxelles e poi in parte corretto al 7%, in un tourbillon di cifre e percentuali che ha creato fino a tarda sera non poca confusione. Per la Politica agricola, i tagli dovrebbero avvicinarsi al 10% scendendo da 420 a 389 miliardi. Impossibile avventurarsi in questa fase in calcoli precisi anche se è opinione corrente che sarà proprio la Pac a creare i maggiori disagi all'Italia. Per la Politica di coesione lo scenario sarebbe migliore per le regioni del Sud: prima del varo definitivo del nuovo bilancio Ue, bisognerà infatti valutare caso per caso l'impatto della proposta con parametri come il Pil o il tasso di disoccupazione giovanile sui quali l'Italia appare ancora in ritardo rispetto alle medie europee e dunque con la perdurante necessità di non dover rinunciare ai fondi strutturali. A tremare saranno sicuramente i Paesi dell'Est per i quali verrà imposto l'obbligo di accrescere la quota di cofinanziamento nazionale, oggi ferma al 15%, con la prevedibile riduzione dei finanziamenti Ue.

È anche per questo, e in assenza di conteggi chiari e certificati, che il ministro per la Coesione territoriale e per il Mezzogiorno Claudio De Vincenti si mantiene prudente: «Noi prendiamo atto osserva - che grazie alla battaglia condotta dall'Italia (con il sostegno a quanto pare anche di Francia e Germania, ndr) la proposta di bilancio della Commissione ridimensiona ipotesi iniziali che arrivavano anche al 30% dei tagli. Ma questo non ci basta e insisteremo per mantenere invariate le risorse per la coesione». De Vincenti sottolinea anche che è stata proprio l'Italia a insistere perché nella nuova programmazione si condizionasse l'uso dei fondi europei al rispetto dello stato di diritto. E che venissero garantite più risorse per emergenze come l'immigrazione e la sicurezza, cosa che di fatto è poi avvenuta. Al punto che proprio su questi capitoli di spesa potrebbe affiorare una prospettiva decisamente meno negativa per il nostro Paese, con una disponibilità cioè di risorse persino maggiore di quella dell'attuale programmazione. Staremo a vedere.

La partita, insomma, inizia adesso anche se il gruppo degli eurodeputati 5 Stelle va subito all'attacco e lancia l'allarme sul rischio che il Sud veda sfumare almeno 4 miliardi di risorse. «No a un'altra stangata», dicono i pentastellati ma nell'europarlamento prevalgono posizioni più caute. Se il presidente Tajani ritiene adesso ancor più necessario il varo di un governo «autorevole» per affrontare i tagli, c'è anche chi come il vicepresidente Pd della Commissione per lo sviluppo regionale, il napoletano Andrea Cozzolino, propone una riflessione più ampia: «Sbilanciarsi in questa fase dice sulla quantità dei fondi che potrebbero essere tagliati non è il tema centrale. Anche perché se guardiamo alle maggiori risorse che la proposta della Commissione ha destinato a programmi come l'Erasmus o alla ricerca, non credo che si possa prevedere una penalizzazione per il Sud». Secondo il governatore Vincenzo De Luca «la Campania rischierebbe di perdere circa 370 milioni nella prossima programmazione dei fondi Fesr e Fse. Sarebbe una penalizzazione insostenibile per una regione che vive già drammatiche situazioni occupazionali e sociali».
© RIPRODUZIONE RISERVATA