«Stava progettando un attentato lanciando un'auto sulla folla», terrorista africano arrestato a Napoli

«Stava progettando un attentato lanciando un'auto sulla folla», terrorista africano arrestato a Napoli
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 26 Aprile 2018, 09:36 - Ultimo agg. 22:59
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Un migrante del Gambia è stato arrestato a Napoli nel corso di un'operazione congiunta di Digos e Ros per il reato di terrorismo internazionale di matrice islamica. 

L'uomo si chiama Alagie Touray, 21 anni, ed era sbarcato a Messina il 22 marzo 2017 con altri 638 migranti, 209 dei quali venivano dal Gambia ed erano partiti dalla Libia con altre centinaia di migranti. Da un anno risiedeva in un centro per l'accoglienza dei migranti a Licola, sul litorale flegreo. Era titolare di un foglio di soggiorno provvisorio, in attesa che venisse esaminata la sua richiesta di asilo politico.

Un’auto contro la folla, un attentato terroristico secondo un copione già sperimentato in altre città europee. È quanto emerge dal provvedimento cautelare emesso dal Gip del Tribunale di Napoli che ha tratto in arresto il cittadino gambiano. Una circostanza smentita dal presunto terrorista in sede di interrogatorio. L’uomo ha infatti sostenuto di aver respinto il progetto di usare un’auto contro la folla.
 


A suo carico c'è un video in cui il giovane giura fedeltà al califfo Al Baghdadi: «Giuro di prestare fedeltà al Califfo dei musulmani Abu Bakr Al Quaraishi Al Baghdadi, nei momenti difficili e facili, nel mese di Rajab giorno 2 e Allah è
testimone di quello che dico». Il video è stato pubblicato su Telegram, e sempre tramite Telegram il 21enne avrebbe ricevuto la richiesta di lanciarsi sulla folla a bordo di un'auto. Sulla stessa chat Touray chiedeva ai confratelli islamici di pregare per lui: «Sono in missione», scriveva. È stato fermato all'uscita della moschea di Licola.

Il fermo del gambiano accusato di terrorismo è avvenuto venerdì scorso, 20 aprile. Il 24 il gip ha convalidato il fermo ed emesso a suo carico un'ordinanza di custodia cautelare con l'accusa di partecipazione a un'associazione terroristica denominata Islamic State o Daesh.

Al momento del fermo, nessun elemento faceva pensare che Touray fosse coinvolto in un progetto del genere: il gambiano era finito sotto osservazione a causa del suo giuramento di fedeltà al califfo Al Baghdadi e di altri elementi che indicavano una sua radicalizzazione. Durante l'interrogatorio, Touray - le cui dichiarazioni sono apparse a tratti contraddittorie e confuse - ha prima sostenuto di aver girato «per gioco» il video del giuramento, poi ha raccontato della richiesta di compiere un attentato lanciandosi sulla folla con un'auto, richiesta che gli sarebbe arrivata via Telegram da un connazionale: il giovane ha aggiunto che gli sarebbero stati promessi dei soldi in cambio di questo gesto, ma che lui non aveva mai avuto intenzione di attuarlo. Non sarebbe mai stato precisato dove e quando compiere l'ipotetico attentato.

I dettagli dell'operazione sono stati illustrati in una conferenza stampa cui hanno preso parte tra gli altri il procuratore di Napoli Giovanni Melillo, il capo della polizia Franco Gabrielli, il questore di Napoli Antonio De Iesu, il
comandante del Ros Pasquale Angelosanto.

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