Il Comune di Caserta è in dissesto:
tasse alle stelle e commissione

Il Comune di Caserta è in dissesto: tasse alle stelle e commissione
Lunedì 23 Aprile 2018, 19:36
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Dissesto bis per il Comune di Caserta, a sette anni dal primo dichiarato dall'allora sindaco di centrodestra Pio del Gaudio. Oggi, è toccato al Consiglio comunale di centrosinistra prendere atto della grave situazione finanziaria prospettata dalla giunta guidata dal sindaco Pd, Carlo Marino, e votare la delibera che riporta al dissesto, che vorrà dire tasse ancora alte per i casertani, senza possibilità di riduzione, e il ritorno della commissione ministeriale che dovrà provvedere a pagare i creditori, soprattutto quelli che non hanno mai accettato le transazioni proposte dal piano di riparto predisposto nel corso della prima procedura di dissesto.

«A pagare saranno solo i cittadini casertani», dice il consigliere comunale di opposizione Francesco Apperti, del gruppo Speranza per Caserta. «E non mi riferisco - prosegue - solo alle tasse, tra le più alte, ma anche ai servizi, mi riferisco alla manutenzione di strade e verde. Si continuerà a vivere alla giornata senza poter programmare o effettuare interventi strutturali, cose di cui la città ha estremamente bisogno». Per il Comitato cittadino di Forza Italia, «l'amministrazione Marino avrebbe potuto rafforzare l'autonomia finanziaria dell'Ente intervenendo sull'evasione tributaria e sull'assetto amministrativo. Ha scelto di perseguire una strada diversa e di questo se ne assumerà la responsabilità. Caserta merita di più».

È stata la Corte dei Conti a sezioni riunite, il 28 marzo scorso, a dare il colpo di grazia alla già disastrate casse comunali; i giudici contabili hanno infatti respinto il ricorso presentato dalla giunta Marino contro la sentenza della Corte dei Conti della Campania che aveva bocciato, qualche settimana prima, il riequilibrio di bilancio presentato dall'esecutivo casertano; tra le violazioni accertate, la mancata predisposizione di un adeguato fondo di accantonamento per il contenzioso, valutato in quasi 200 milioni di euro; la Corte ha censurato l'Ente municipale sul fronte della mancata lotta all'evasione delle tasse comunali.

Dal canto suo Marino continua a parlare di «ingiustizia» e a prendersela con la giunta precedente, quella di Del Gaudio. Il sindaco ha sempre difeso la sua azione amministrativa, rivendicando la riduzione della massa debitoria da 24 milioni di euro, che era quella riscontrata nel 2016 quando Marino divenne sindaco, a poco più di 10 milioni di euro; un taglio realizzato soprattutto grazie ai quasi 100 pensionamenti di dipendenti comunali. «La giunta Marino - continua Apperti - ha enormi responsabilità per l'istruttoria portata avanti con la Corte dei Conti. È stato un errore parlare di sentenza preconcetta a proposito della decisione dei giudici campani che per primi avevano bocciato il piano di riequilibrio».