Comune, via libera ai bus turistici: i tassisti napoletani all'attacco

Comune, via libera ai bus turistici: i tassisti napoletani all'attacco
di Valerio Esca
Martedì 17 Aprile 2018, 09:13 - Ultimo agg. 09:35
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Mai più sulle strade cittadine senza l’ok del Comune. Ieri il Consiglio comunale ha approvato a maggioranza (con l’astensione del consigliere di opposizione Vincenzo Moretto) il «regolamento dei servizi di trasporto pubblico di linea autorizzati». Per lo più vengono colpiti quei bus turistici, di aziende locali, che effettuano servizi di navetta in città: basti pensare a Napoli City sightseeing, o a Tramvia. Ai tassisti napoletani, però, il regolamento non basta e non è escluso che nelle prossime settimane possano scendere nuovamente in piazza. Come già avvenuto tre settimane fa. L’atto è passato con una serie di emendamenti, proposti dal presidente della commissione Trasporti Nino Simeone, che gli stessi tassisti, attraverso i sindacati, hanno proposto nei giorni scorsi. Sembrerebbe dunque un controsenso, che parte della categoria non abbia stappato lo champagne a regolamento approvato. E invece i tassisti alzano il tiro e chiedono ora «più controlli» e «un nuovo regolamento per la categoria delle auto bianche».  
«Sicuramente adesso si potrà, in parte, arginare l’invasione dei pullman che utilizzano le strade cittadine per fare i comodi loro, ma a Napoli andrebbe proprio vietato l’ingresso» tuona Salvatore Troise dell’Uritaxi, che si riserva di leggere nelle prossime ore gli emendamenti approvati. «Al di là del regolamento – prosegue Troise – è giusto ricordare che questi bus turistici effettuano fermate in città, come quelli di linea Anm. Vanno da Napoli a Pompei? Bene, si faccia solo il viaggio da capolinea a capolinea senza invadere le strade. Inoltre con tutti i cantieri presenti come si può pensare di farli entrare a Napoli? Al netto di tutto questo, adesso ci vorranno controlli serrati». Qual è l’obiettivo della delibera? «Assicurare la migliore accessibilità e fruibilità del territorio comunale; l’utilizzo di veicoli idonei ad una maggiore qualità ambientale; assicurare il principio di concorrenza e trasparenza; alto livello della qualità dei servizi». Le imprese autorizzate per il trasporto pubblico dovranno dunque attenersi al regolamento e non potranno utilizzare tout court le strade cittadine, senza il semaforo verde di Palazzo San Giacomo. 

Sull’altra sponda del fiume però ci sono i tassisti, gli stessi che qualche settimana fa hanno bloccato la città. «Preoccupati che senza controlli il regolamento serva a poco», come rimarca Cosimo La Malfa dell’Usb. «C’è una società di Torre del Greco che non era autorizzata neanche nella sua città a poter effettuare servizio turistico, almeno fino a poco tempo fa. A Napoli invece fa il bello e il cattivo tempo, utilizzando le fermate Anm come se nulla fosse. Ci sono poi all’interno del Porto i servizi di navetta, che ovviamente ci tolgono lavoro. Il regolamento a cosa serve se poi non si effettuano i controlli?» ribadisce La Malfa. Sulla stessa lunghezza d’onda è Salvatore Augusto, ex sindacalista, che oggi gestisce una delle compagnie di taxi cittadino. «Va bene il regolamento, ma credo si risolva poco, se non verranno effettuati i controlli adeguati. Tutti dovrebbero essere messi in condizioni di poter concorrere. Invece per i tassisti vengono utilizzate regole vecchie. L’ultima modifica al nostro regolamento risale al 2005. Si sarebbero dovuti concentrare gli sforzi su una nuova regolamentazione dei taxi, prima di pensare ad altro. Per non parlare del fatto – aggiunge Augusto –, che la Campania e la Basilicata sono le uniche due regioni d’Italia che non hanno un regolamento del trasporto pubblico non di linea». Sul piano politico la battaglia in Consiglio è stata aspra, alla fine Nino Simeone di Agorà (il capogruppo è il tassista Ciro Langella) è riuscito a portare a casa gli emendamenti proposti dalla categoria: «Anche Napoli si è dotata di uno strumento di regolamentazione di tutte le linee di trasporto pubblico, che impropriamente, fino a ieri, utilizzavano le strade cittadine, senza tenere conto delle reali esigenze dei napoletani e soprattutto senza tenere conto delle difficoltà, in termini di viabilità ordinaria». Chiunque utilizzi un percorso diverso da quello autorizzato – prevede inoltre la delibera - potrà essere sanzionato: si va da un minimo di 103 euro ad un massimo di 309 euro. 
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