Il piano di De Luca: «Diecimila assunzioni subito nei Comuni per i giovani campani»

Il piano di De Luca: «Diecimila assunzioni subito nei Comuni per i giovani campani»
di Fulvio Scarlata
Sabato 14 Aprile 2018, 08:54 - Ultimo agg. 09:28
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«Possiamo assumere subito 10mila giovani campani nei Comuni. Per il resto del piano abbiamo bisogno di accordi statali. È questa la risposta alla crisi del Sud»: Vincenzo De Luca rilancia il piano della Regione per dare una risposta immediata alla mancanza di lavoro. Secondo quanto spiega il presidente della Campania da una prima stima del fabbisogno negli enti pubblici è emerso che nei prossimi tre anni andranno in pensione «tra le 7500 e le 13mila persone solo nei Comuni campani, cioè ci sono 10mila posti liberi sicuri da coprire. Noi possiamo finanziare la formazione professionale offrendo ai Comuni la possibilità di avere subito nuovo personale».

Il primo piano De Luca lo aveva proposto a livello nazionale per assumere 200mila giovani nella pubblica amministrazione ma è rimasto inascoltato. Alcune settimane fa il governatore era tornato su quell'idea, restringendola alla sola Campania, per 50mila giovani. Ieri, dai microfoni di LiraTv, la questione è tornata con numeri più definiti e nell'ambito di una cornice più chiara, quella relativa alla sicurezza. Per De Luca, infatti, accanto alla repressione affidata alle forze dell'ordine, Palazzo Santa Lucia può intervenire solo per alcuni aspetti. Per questo ha annunciato un piano per la videosorveglianza per Napoli da 2,5 milioni con cui coprire praticamente tutta la città: da Miano, Piscinola, Chiaiano al Vomero, dal lungomare a Chiaia a piazza dei Martiri fino a via Roma. «È chiaro che non è sufficiente a garantire la serenità dei cittadini - spiega De Luca - ma le telecamere creano una condizione di migliore sicurezza». Come è evidente resta inalterato il problema principale, che è quello delle condizioni sociali legato alla mancanza di lavoro.


«Noi abbiamo messo in campo misure per sostenere le start up, le imprese private, quelle dei giovani - dice De Luca - ma bisogna dare risposte immediate, per questo ho proposto di assumere migliaia di giovani nella pubblica amministrazione. È chiaro che bisogna tener conto della sostenibilità finanziaria, della trasparenza nelle procedure e della qualità di chi andiamo a prendere. Tuttavia oggi nella pubblica amministrazione l'età media è alta, con molti over 60 e le piante organiche dei Comuni sono ridotte all'osso».

Il punto di partenza per questo programma è il protocollo d'intesa firmato a ottobre tra la Campania e il governo diventando Regione pilota per l'attuazione della riforma Madia della pubblica amministrazione in relazione a turnover e digitalizzazione. I dati nazionali indicano che su 270mila dipendenti delle pubbliche amministrazioni in Campania, 60mila hanno più di 60 anni, quindi entro cinque anni andranno in pensione. I tre quarti dei posti dei pensionandi, 45mila unità, sulla base della legge finanziaria, possono essere coperti con nuove assunzioni.

La Regione ha avviato un primo censimento nelle pubbliche amministrazioni campane per individuare il fabbisogno. «Secondo quanto abbiamo rilevato - dice De Luca - nei prossimi tre anni solo dai Comuni andranno in pensione tra le 7500 e le 13mila persone, significa che ci sono 10mila posti sicuri da coprire. La nostra idea è anticipare l'immissione dei giovani. La Regione paga la formazione professionale in modo da mettere subito a lavorare i giovani con corsi-concorso e selezione pubblica. Per uno-due anni la Regione paga la formazione, i Comuni si impegnano ad assumere i giovani man mano che ci sono i pensionamenti». Sulla formazione, infatti, la Regione può attingere ai fondi europei avendo dunque la copertura finanziaria.

 
Il presidente della Campania, tuttavia, non ha messo da parte l'obiettivo di arrivare a 50mila assunzioni. Per questo, tuttavia, è necessario un percorso più lungo e, al momento, irto di difficoltà, che prevede una contrattazione «con la Funzione pubblica nazionale per impegnare gli enti statali, come Soprintendenza e comunità montane, a seguire la stessa procedura». Contemporaneamente si dovrebbe pensare a stabilizzare i precari e «fare una battaglia per l'ampliamento delle piante organiche che oggi non riescono a garantire neppure i servizi al cittadino».
Scenari molto, molto complessi. Invece l'intervento con i Comuni potrebbe essere attuato in tempi rapidi. Di fatto la Regione cerca di evitare alle singole amministrazioni di bandire mini-concorsi per pochi posti, con alti costi e tempi prolungati, ma di fare un mega concorso regionale per le diverse figure professionali da coprire. Mettere a disposizione, come «formazione professionale», fondi per assumere immediatamente le nuove figure con contratti part time e retribuzioni che passano dai 900 euro del primo anno ai 1300 del terzo anno. Nel frattempo si libereranno i posti dei pensionati che possono essere coperti stabilmente con personale che, nel frattempo, ha acquisito competenze professionale specifiche.
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