Salvini-DiMaio, asse sulle Camere. Il leader 5 stelle: «Passi avanti per il governo. Berlusconi lasci ai giovani»

Salvini-DiMaio, asse sulle Camere. Il leader 5 stelle: «Passi avanti per il governo. Berlusconi lasci ai giovani»
Mercoledì 11 Aprile 2018, 16:09 - Ultimo agg. 12 Aprile, 10:22
6 Minuti di Lettura

Torna l'asse tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. I due si sentono al telefono e con spirito di collaborazione per rendere operativo il Parlamento al più presto, concordano di votare alla presidenza della commissione speciale della Camera il deputato della Lega, Nicola Molteni. 

LEGGI ANCHE Tra Pd e M5S riparte il dialogo

Dunque non è Giancarlo Giorgetti, uomo chiave della trattativa M5S-Carroccio, ma Molteni, il presidente della commissione speciale in pectore. Il deputato leghista stamattina su Facebook annunciava la sua battaglia storica, che piace anche ai pentastellati. «Presenterò e illustrerò la proposta di legge della Lega sulla legittima difesa - ha scritto - Bocciata dalla sinistra nella precedente legislatura, ora l’abbiamo riproposta!».


 



Di Maio. «Ci sono dei passi in avanti che voglio esporre al Presidente della Repubblica», ha detto capo politico del M5S Luigi Di Maio a «Porta a Porta», su Raiuno. Poi Di Maio, soffermandosi sulla crisi siriana, ha sottolineato: «E' uno scenario che credo che avrà un impatto sulle nostre consultazioni nell'ottica di accelerare le interlocuzioni già esistenti, con Pd e Lega». «Domani illustrerò anche i tempi rispetto alle scadenze delle altre forze politiche», ha aggiunto.

«Io non chiedo un parricidio o un tradimento ma dico, e lo dico a Berlusconi, dopo 24 anni è il momento di far partire un governo delle nuove generazioni, un governo del cambiamento
», ha poi sostenuto il capo politico del M5S. «Io comprendo che la Lega sia all'interno di una coalizione ma possiamo dirci che questa coalizione è nata solo per il Rosatellum. È una Lega molto diversa».

Di Maio è poi tornato a rivendicare il ruolo di presidente del Consiglio. Se per fare un governo sarei disposto a cedere la premiership? «Non saprei come spiegarlo agli italiani. Veniamo da un'epoca di governi tecnici o governissimi e io non credo a questi strumenti», ha risposto. «Voglio chiarire che non voglio un governo a tutti i costi, un governo per tirare a campare».

«Ho deciso di avviare un comitato scientifico sull'analisi dei programmi elettorali, lo nominerò domani mattina» e sarà presieduto «dal professore Giacinto Della Cananea», ha poi annunciato Di Maio. «Io voglio scegliere quel contratto di governo che permette più vantaggi per gli italiani», ha sottolineato Di Maio rispondendo a chi gli chiede chi tra Pd e Lega preferirebbe come interlocutore. 

«Ho proposto un contratto al Pd non per ricostruire il vecchio apparato di potere, quello che ci siamo detto in questi anni resta ma so che c'è un processo interno e io guardo a questo. Ma le risposte che ho ricevuto in questi giorni - e mi sento rispondere anche con dell'ironia - non credo siano giuste, oltre che responsabili, è un modo di rispondere, rispetto a questo momento, che è ingiusto e allora io non ci sto», ha rilevato ancora il leader 5 stelle. 

Salvini.  «Non penso che il Presidente della Repubblica conferirà incarichi a caso a qualcuno che non ha una maggioranza ed oggi noi non l'abbiamo», ha sottolineato Salvini, a Bari, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulla possibilità che Mattarella possa conferirgli un incarico senza una maggioranza. «Pur rispettando l'autonomia del Presidente lo escludo. Ho perfettamente consapevolezza del fatto che non ho la maggioranza alla Camera ed al Senato. Fra 10 o 15 giorni magari sarà diverso, oggi però non chiederei un incarico per non concludere nulla».

Lo spirito di collaborazione tra Lega e M5S non ha poi impedito tuttavia al leader del Caroccio di lanciare una frecciata al pentastellato in una diretta Facebook: «Chi vota in Molise come in Friuli sappia che votando Lega può darci una mano ad accelerare la nascita del governo. Se la Lega e il centrodestra vinceranno queste due elezioni vedete che il governo arriva in fretta, qualcuno abbassa la cresta e noi finalmente cominciamo a lavorare».

«Di Maio scenda da piedistallo, non può dire io, io, io ho vinto, io faccio il premier. Noi diciamo noi e voi, con umiltà e buon senso con la voglia di cominciare a lavorare prima possibile per al difesa degli italiani», ha affermato ancora Salvini. «Poi - ha aggiunto - se mi accorgessi che non c'è la possibilità di poterlo fare e si vuole tirare a campare per la voglia di portare a casa lo stipendio senza cambiare nulla allora io dirò: "voglio tornare da voi"».

Toninelli. «Ci siamo presentati alle elezioni del 4 marzo con Di Maio candidato premier e per noi non può esistere alcun governo senza il M5S e senza Luigi Premier, perché sarebbe come tradire la fiducia di 11 milioni di italiani che ci hanno votato». Così il capogruppo M5s al Senato, Danilo Toninelli su Facebook dove riporta anche una sua intervista al Tg3 in cui riferendosi alle consultazioni afferma: «Domani porteremo di nuovo la proposta di un contratto di governo che metta al centro gli interessi dei cittadini. Di certo non può esistere un governo senza il M5s votato dal 33% degli italiani e siamo sicuri che questo Salvini lo sa perfettamente».

Quanto alla possibilità di un incarico ad un figura terza «io dico di No come lo direbbero 11 milioni di italiani. Noi ci
siamo presentati con Di Maio premier e solo confermando questa candidatura si rispetterebbe il voto degli italiani». Toninelli parla anche del confronto con il Pd: «a loro abbiamo proposto di scriver insieme il contratto di governo. Finalmente notiamo che qualcuno ha capito che è la proposta giusta, forse la migliore, ma ovviamente ci rivolgiamo a tutto il Pd e aspettiamo una risposta unitaria da tutto il partito». 

LEGGI ANCHE Di Battista: «Berlusconi è il male assoluto, ostacolo alla legalità»


Delrio. «Avanti con un'altra poltrona.
L'accordo spartitorio tra Lega e 5 Stelle prosegue, questa volta con la Presidenza della Commissione speciale. È una concezione allarmante quella secondo cui chi vince prende tutto tenendo fuori le minoranze anche quando queste, come nel caso del Pd, rappresentano la seconda forza politica del Paese. Salvini e Di Maio mostrano di credere che le istituzioni non siano la casa di tutti ma casa loro. È un fatto grave che non va sottovalutato». Lo dichiara il capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio.


LEGGI ANCHE Rivolta delle donne Pd, in 400 scrivono ai vertici: «Non ci fidiamo più di voi»


 

© RIPRODUZIONE RISERVATA