Regione, Zingaretti: «Non c'è una maggioranza, se immobilismo patologico si torna al voto»

Regione, Zingaretti: «Non c'è una maggioranza, se immobilismo patologico si torna al voto»
Mercoledì 11 Aprile 2018, 12:53 - Ultimo agg. 12 Aprile, 12:53
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Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti parla nel suo discorso di insediamento. «Ora si apre una nuova fase, un nuovo ciclo impegnativo e complicato, ma anche di grandissime potenzialità. A me spetta da oggi il compito di ridare a questa Aula un metodo e una possibile agenda condivisa», dice il governatore in Consiglio regionale. Due le novità di questa legislatura sottolineate da Zingaretti: «La conferma del presidente uscente che rappresenta una opportunità per dare respiro alla programmazione», ma soprattutto che «per la prima volta nessun gruppo è legato a una maggioranza predefinita. Non esiste una maggioranza. Sarebbe stupido negarlo o non prenderne atto. Questo scenario rappresenta un fattore di difficoltà per l'esecutivo ma anche una grande sfida per me e per il Consiglio».
 
 


«Quello che è stato sancito dalle urne ci spinge a ricercare una strada diversa, impegnativa e faticosa, ma potenzialmente molto proficua - ha aggiunto il governatore -. Credo che dal dialogo tra le forze politiche possa generarsi una fase estremamente feconda per il Lazio. Se vogliamo andare avanti insomma non ci sono scorciatoie, non dobbiamo aver paura di avere le nostre idee e rappresentarle ma al tempo stesso tutti dobbiamo aver chiaro di doverci predisporre all'ascolto delle idee degli altri e poi decidere».

«Il Lazio - ha aggiunto - può tornare a essere protagonista italiano dello sviluppo, a patto però che questo Consiglio possa produrre gli atti necessari.
Io ce la metterò tutta, e al di là delle mozioni di sfiducia, strumento legittimo di condizionamento, se tra qualche mese dovessimo prendere atto di un immobilismo patologico sarò io stesso a farmi garante di promuovere lo scioglimento del Consiglio e l'indizione di nuove elezioni». E poi: «Ora è sulle spalle di tutti, non possiamo tenere in vita un'Aula solo per dibattere e parlare. Possiamo fare di più».
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