«Le notti in attesa di noi genitori», la lettera di Nicola

Giovedì 5 Aprile 2018, 15:25
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Come farò?! A leggere le parole di Luigi Tuccillo su Il Mattino, amico dei genitori del giovane Nico Morra trovato morto in un dirupo di Positano dopo una notte trascorsa in discoteca, mi assale un terribile dubbio. Di quelli difficili da sbrogliare cui sarà complicato dare delle risposte rassicuranti. In fondo, non c’è sul tema alcuna “ricetta” che tenga. Non è certo la drammatica morte di Nico a rendermi consapevole della realtà particolarmente tragica che avvolge ormai le nuove generazioni, sempre più alla ricerca del divertimento a tutti i costi, dove l’asticella è posta sempre più in alto. Paradossalmente il limite cui fermarsi non è mai lo stesso ed è proprio questa la vera sfida che tanti genitori combattono tutti i giorni in una società che appare sempre più respingente e povera di valori etici e morali. Mi preoccupa, e non lo nascondo, cosa mi attende da qui a breve con due bambini di dieci e dodici anni. A sentire amici, che hanno figli più grandi nel pieno dell’adolescenza avanzata, c’è tanto di cui preoccuparsi.

Le stesse parole di Luigi Tuccillo sono un manifesto al quale sarà difficile sottrarsi. Molti parlano della necessità di augurarsi una buona dose di fortuna, altri suggeriscono che i validi insegnamenti familiari servono a mettere in guardia dai pericoli, ma non bastano. Qualcun altro invita a non perdere di vista i propri figli come se uno dovesse assurgere al ruolo d’investigatore. Non so che strada prenderò. Probabilmente mi farò condurre per mano proprio dai miei figli, lungo la via che loro vorranno intraprendere. Sento che dovrò fargli comprendere che la vita è la loro e che devono sapersela curare e tutelare. Il mondo va veloce, ma non è sempre detto che bisogna stargli dietro e a cento. Forse comprendere che ci sono altre strade praticabili per divertirsi e non solo quelle comuni battute dai tanti, rappresenterà credo la mia personale sfida e di tanti altri genitori che si accingono quanto me ad accompagnare l’adolescenza dei propri figli. Differenziarsi probabilmente è il vero paradigma da seguire. Spero servirà a vincere una guerra con se stessi e per il bene dei propri ragazzi.

Nicola Campoli
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