Papa Francesco: «Grazie alla polizia che garantisce la sicurezza a milioni di pellegrini»

Papa Francesco: «Grazie alla polizia che garantisce la sicurezza a milioni di pellegrini»
di Franca Giansoldati
Lunedì 26 Marzo 2018, 13:58 - Ultimo agg. 15:31
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Città del Vaticano - Papa Francesco ringrazia la polizia italiana perchè in tempi di terrorismo e di continui allarmi, i pellegrini che arrivano in Vaticano «hanno la possibilità di vivere in tranquillità una importante esperienza di fede». Ciò che rende possibile questa sicurezza è una «discreta ed efficace opera di sorveglianza». Ogni giorno il Vaticano è meta di decine di migliaia di persone, soprattutto straniere, che arrivano per visitare la basilica, i musei, transitare per l'emiciclo berniniano, fare foto, acquistare ricordini nei negozi di Borgo Pio senza che finora sia mai accaduto nulla di grave e preoccupante. «I pellegrini, che da ogni parte del mondo vengono a visitare la tomba dell’apostolo Pietro, hanno la possibilità di vivere in tranquillità questa importante esperienza di fede. Voi svolgete il vostro compito quotidiano alimentandovi agli ideali civili e umani, propri dei membri della Polizia dello Stato Italiano». L'occasione per riflettere sulle condizioni di sicurezza necessarie per accogliere enormi flussi turistici è stata la udienza che stamattina il Papa ha concesso all'ispettorato di polizia che ha sede a via del Mascherino, a due passi da Porta Sant'Anna. 

«Il Vaticano - ha aggiunto il Papa - è meta non solo di cristiani provenienti da ogni parte del mondo, ma anche di Rappresentanti delle diverse religioni, di Responsabili degli Stati e di alte Personalità ecclesiastiche e civili, che vengono ad incontrare il Pontefice, o i suoi collaboratori nei vari Dicasteri della Santa Sede. Grazie anche alla vostra opera, questi incontri di dialogo e la visita alle testimonianze di cultura e di fede, custodite nella Città del Vaticano, possono svolgersi in un clima di serenità e di ordine».

Poi a braccio ha aggiunto che gli spiace vedere tanti poliziotti che lavorano sempre cosi tanto. «Alcune volte mi fa un po' di tristezza quando esco e vedo che voi state li a lavorare e penso, ma questa gente non dovrebbe stare a casa sua, coin i suoi...»

 
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