In corteo anche i segretari generali dei sindacati, rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell'ordine. Tema di quest'anno è 'Terra, solchi di verità e giustizià. E don Ciotti nei giorni scorsi ha scritto agli organi di informazione spiegando che Foggia è stata scelta per «denunciare la potenza e la ferocia di una mafia emergente ma colpevolmente sottovalutata, responsabile in questi anni di tanti omicidi, il più delle volte impuniti, a carico anche di innocenti». Secondo i dati a disposizione di Libera, in Puglia le vittime innocenti di mafia sono 70, di cui almeno il 30% sono donne e bambini.
«Sono qui a Foggia per accendere i riflettori su questa zona che insieme a Napoli e alla Campania è ancora attraversata da manifestazioni di violenza». Lo ha dichiarato il presidente del Senato Grasso nel corso della manifestazione contro la mafia che si sta tenendo a Foggia e che vede la presenza e la partecipazione di migliaia di persone. «Questo non deve essere un momento di sottovalutazione del fenomeno, ma di attenzione su questi territori. E questo il significato della nostra presenza». Grasso ha poi manifestato la sua soddisfazione per la presenza di tanti studenti. «I giovani sono coloro su cui noi anziani contiamo per poter avere l'idea di futuro migliore del nostro paese. Nei loro occhi leggo la speranza di partecipare e questo dà anche a me la forza di continuare su questa che è una lotta per la verità e la giustizia».
«Qui piove ma oggi c'è lo stesso la primavera: ci sono migliaia e migliaia di giovani, adulti e associazioni che stanno camminando insieme» dice fondatore di Libera.
Per don Ciotti, affinché l'impegno contro le mafie sia quotidiano, è necessario «scrivere nelle nostre coscienze tre parole». «La prima - ha detto - è continuità, la seconda è la condivisione perché è il noi che vince, la terza è la corresponsabilità, cioè il chiedere alle istituzioni che facciano la loro parte, e se non la fanno dobbiamo essere una spina per chiedere conto». «Il cambiamento - ha rilevato - ha bisogno di tutti. Noi lo chiediamo alla politica, alle istituzioni, ma dobbiamo chiederlo anche a noi come cittadini: abbiamo bisogno di cittadini responsabili - ha concluso - non di cittadini a intermittenza a seconda delle emozioni e dei momenti».