Fabrizio Corona, la foto in manette per pubblicizzare il nuovo brand: polemica sui social

Fabrizio Corona, la foto in manette per pubblicizzare il nuovo brand: polemica sui social
di Veronica Cursi
Sabato 3 Marzo 2018, 09:29 - Ultimo agg. 5 Marzo, 02:33
2 Minuti di Lettura

La dura legge del marketing non guarda in faccia a nessuno. Nemmeno ai giudici che hanno imposto a Fabrizio Corona, appena uscito dal carcere dopo 16 mesi, il divieto di utilizzare i social.
E infatti - almeno così sembra - a pubblicare video e foto del bel dannato Fabrizio ci pensa il suo staff. Come si dice? Fatta la legge, trovato l'inganno.

Così, dopo il video di Corona e della sua fidanzata che lo aspettava fuori da San Vittore, ecco arrivare l'ultima trovata pubblicitaria pubblicata su Instagram: Fabrizio in manette, accompagnato da una guardia penitenziaria, che indossa una felpa nera con la scritta "Adalet" (ovvero il nome di un movimento di protesta turco fondato negli anni '60 che significa appunto "giustizia") e l'immancabile hashtag commerciale. Firmato: Staff. Ma "Adalet" non è altro che la nuova linea di moda firmata dall’ex re dei paparazzi.

LEGGI ANCHE: Silvia Provvedi: «Io e Corona siamo più forti di prima, adesso deve condurre una vita normale»
 

 

Combatti SEMPRE a testa alta per i Tuoi Diritti. #Adalet. STAFF.

Un post condiviso da Fabrizio Corona (@fabriziocoronareal) in data:



«Momenti da ricordare e pubblicare? - si chiede qualcuno - Manette in primo piano e faccia da boss. Bah».
In effetti la foto, che ha collezionato più di 43 mila like, non è piaciuta al popolo dei social. Soprattutto per la pubblicità - nemmeno troppo occulta - che viene fatta sfruttando un momento di detenzione e sofferenza.  «Pure pubblicità in carcere faceva, un genio!».  «Grande uomo di marketing», scrivono in tanti.
«Ma non doveva non usare i social?», si chiede qualcun altro. «Infatti non è lui, è pure scritto», rispondono i fan più accaniti. Ma ha davvero senso? «Staff o no, è chiaro che sia Corona a decidere cosa pubblicare sul suo profilo». O no?
 
 


 

© RIPRODUZIONE RISERVATA