Buoni libro, Palmieri: «Pratiche ok, pronti a partire»

Buoni libro, Palmieri: «Pratiche ok, pronti a partire»
di Mariagiovanna Capone
Mercoledì 14 Febbraio 2018, 10:53
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Tutte le parti hanno fatto il massimo. Ma l'iter amministrativo è costituito da tempi tecnici necessari e non riducibili in nessun modo se non cambiando a monte l'assegnazione dei bonus librai. L'assessore all'Istruzione del Comune di Napoli dettaglia i vari passaggi, partendo da quando il ministero ha suddiviso i fondi al passaggio in Regione, e riconosce al Miur «di aver tagliato il passaggio con il Viminale che ha fatto risparmiare quasi quattro mesi». Tuttavia le famiglie beneficiarie non hanno ricevuto ancora i rimborsi a febbraio inoltrato e le procedure andrebbero riviste.

Assessore Palmieri come è possibile che ancora non si è riusciti ad assegnare i buoni libro?
«Quando dico che è questione di giorni è così. I rimborsi per le famiglie beneficiarie sono in liquidazione. Tra il giorno in cui è stato ufficialmente pubblicato l'elenco (21 dicembre) e l'atto di liquidazione sono necessari ulteriori controlli sugli aventi diritto: si tratta di 12.533 schede da controllare e, sembrerà paradossale, non tutti coloro che hanno fatto domanda hanno inserito l'Iban per ricevere l'accredito; altri lo hanno inserito ma era sbagliato. Questi intoppi rallentano il lavoro negli uffici comunali poiché non possiamo procedere nello scorrimento della graduatoria ma dobbiamo fermarci, reperire i dati corretti e riprendere la trafila. Per accelerare i tempi, gli uffici hanno provveduto a creare un elenco separato degli utenti privi di conto corrente a cui il contributo sarà riconosciuto a mezzo bonifico di circolarità».

La graduatoria è stata pubblicata il 21 dicembre: non poteva essere fatto prima?
«No, anzi abbiamo guadagnato tempo prezioso pubblicando l'avviso pubblico. Teoricamente il Comune dovrebbe aspettare che i fondi statali siano liquidati dalla Regione per far partire le richieste, ma con un piccolo azzardo abbiamo anticipato il tutto di ben due mesi. Devo fare un passo indietro necessario per spiegare questo guadagno di tempo».

Spieghi pure.
«Il 3 agosto il Miur trasferisce i fondi alle regioni che da quel momento lavorano su due fronti: uno per ripartire lo stanziamento ottenuto ai singoli comuni; l'altro per definire i termini per accedere al beneficio. Un primo riparto l'ha emesso il 19 settembre poi rettificato il 2 ottobre, mentre la circolare con le procedure è stata pubblicata il 12 ottobre. La Regione Campania ha poi liquidato a novembre i fondi ai comuni, e noi solo da quel momento in poi avremmo potuto avviare le procedure per la ricezione delle richieste. Invece, mentre l'abbiamo avviata il 22 settembre, a scuola appena iniziata».

 

Come avete fatto?
«Abbiamo fatto ricorso alle economie degli anni precedenti collocate in avanzo vincolato. Non avremmo potuto farlo altrimenti, perché tecnicamente dobbiamo avere fondi in cassa, per non creare delle aspettative di diritto. Avendo lo scorso anno ricevuto richieste di rimborsi inferiori allo stanziamento, potevamo avere una garanzia economica. Così facendo abbiamo risparmiato due mesi di tempo, è quindi ingeneroso parlare di Comuni ritardatari come afferma la ministra Fedeli. Perché abbiamo fatto e stiamo facendo il possibile».
Ma a quanto pare non basta.
«Certo, ma non possiamo evitare alcuni tempi tecnici. Per esempio, la raccolta delle domande è avvenuta in 40 giorni: potrà sembrare troppo ma non sa quante lettere ho ricevuto di famiglie allo scadere, il 6 novembre, che non sapevano, non avevano letto avvisi in bacheca a scuola o sul sito del Comune. Non appena abbiamo ricevuto le richieste informatizzate - fino a due anni fa le ricevevamo cartacee dalle scuole e immagini 12.950 mila pratiche da controllare abbiamo iniziato il controllo incrociato tra Inps, per verificare che l'Isee fosse sotto i 10.633 euro e cancellare doppie domande; e scuole, per verificare gli studenti frequentanti. Controlli eseguiti dal 7 novembre e terminati il 21 dicembre, con la pubblicazione dei 12.533 aventi diritto e 363 esclusi. Dal 22 dicembre in poi abbiamo proceduto con l'atto di liquidazione a favore dei beneficiari, con i controlli sui conti correnti di cui parlavo all'inizio. Non mi pare che i giorni siano tanti, è riduttivo e ingeneroso attribuire alla burocrazia o all'inerzia degli uffici, un iter snellito al massimo».
In altre città italiane però hanno pagato a dicembre.
«Probabilmente perché hanno un sistema automatico di confronto tra Inps e scuole. Noi invece abbiamo due sistemi separati e dobbiamo procedere nel controllo un nome alla volta, controllando prima la piattaforma Inps e poi i file che ci inviano i dirigenti scolastici. Perché un dato è certo: prima dell'avvio delle scuole non possiamo procedere».
Cosa si potrebbe fare per permettere a fine settembre agli studenti di avere i libri?
«Potremmo migliorare eccome l'assegnazione dei rimborsi almeno in tre modi. Il più ovvio è che si elimini l'intervento di Regioni e Comuni, con un passaggio diretto tra Miur e scuole. Oppure, se proprio si vuole mantenere questo triplo passaggio, il ministero deve assegnare i riparti alle Regioni a marzo (le iscrizioni le hanno già e potrebbero quantificare i fondi sul numero di studenti): così i tempi per i vari step, dopo il controllo degli studenti presenti all'apertura dell'anno scolastico, garantirebbero l'invio dei rimborsi già a fine settembre. E poi c'è l'opzione più all'avanguardia ossia ogni scuola potrebbe creare una sua biblioteca con i libri di testo in comodato d'uso agli studenti in difficoltà. Se l'iter resterà questo, mi spiace dirlo ma per migliorarlo non si potrà fare meglio di quest'anno e potremmo inviare rimborsi alle famiglie bisognose a metà anno scolastico».
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