M5s, fra i candidati in Campania ​spunta un massone: «Non mi ritiro»

Caello Vitiello
Caello Vitiello
di Stefania Piras
Domenica 11 Febbraio 2018, 16:41 - Ultimo agg. 12 Febbraio, 11:46
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ROMA Ora pure i massoni in lista. Nuova grana per i Cinque Stelle: alla Camera, nel collegio uninominale di Castellamare di Stabia, in Campania, il Movimento ha schierato l'avvocato Catello Vitiello, un esponente della tanto odiata massoneria. Come rivelato dal Mattino di Napoli, Vitiello è iscritto alla loggia La Sfinge, che aderisce all'obbedienza del Grande Oriente d'Italia. Un'altra ondata di imbarazzo che proprio non ci voleva a sommarsi al caso dei bonifici taroccati.
BIGLIETTO DA VISITA
In un'intervista recente a Metropolis Vitiello, figlio di Salvatore, ex democristiano e candidato a sindaco nel 2013 proprio a Castellammare, ha raccontato la genesi della sua candidatura e presentava come biglietto da visita Luigi Di Maio: «Quando ho inviato il mio curriculum (su richiesta di un avvocato del Nolano, ndr) qualche giorno dopo ricevo una telefonata di Dario De Falco (braccio destro di Di Maio). Mi dice: Luigi ha trovato interessante il tuo profilo. Vuoi esserci?».
L'ufficio di collocamento per le liste del M5S non ha considerato che Vitiello è un massone, categoria severamente vietata nelle regole per candidarsi con il M5S. Lui non ha sentito la necessità di comunicarlo al M5S. Mentre ai fratelli lo scorso 23 gennaio, ha detto di volersi «mettere in sonno» e quindi in stand by. Per questo ora, i vertici del Movimento come, nell'ordine, per Emanuele Dessì, Carlo Martelli e Andrea Cecconi, chiederanno all'avvocato campano di firmare un modulo con l'impegno a dimettersi in caso di elezione. Un impegno che diversi costituzionalisti considerano carta straccia. Ma, colpo di scena, il legale Vitiello non accetta la proposta e va avanti. Il Movimento ha risposto diffidandolo dall'uso del simbolo ma lui, che sostiene di non essere più iscritto alla loggia da un anno, dice: «Non ho intenzione di ritirare la mia candidatura». E ancora: «La massoneria? Era un hobby».
Ma intanto, cade un altro tabù. Come quello dei bonifici per le pmi. Ieri Le Iene hanno pubblicato il servizio, temutissimo dai Cinque Stelle, sui bonifici messi in rete e poi annullati. Un giochetto che Andrea Cecconi faceva dal 2016 e che ha permesso a Carlo Martelli di tenersi 76 mila euro che invece diceva di aver versato al fondo PMI. La iena Filippo Roma è andata a intervistarli e promette nuove rivelazioni.
BONIFICI FINTI
Secondo l'inviato tv sarebbero almeno dieci i parlamentari che a parole predicavano le restituzioni ma che dopo 24 ore annullavano i bonifici. Roma ha ascoltato in forma anonima la sua fonte che al microfono delle Iene accusa «parecchi parlamentari» e dice che Martelli in questo giochetto si classificava in zona Champions. Chi guida la classifica, allora? In rete, vige il silenzio e la delusione più assoluti. Solo il consigliere lombardo e candidato nell'uninominale di Milano Stefano Buffagni s'indigna e invoca il reset: «Sono schifato: scacciamo i mercanti dal tempio, i moralizzatori, quelli in conflitto di interessi e che tengono famiglia, quelli che usano il nostro sogno solo per scopi personali». Ma le liste sono chiuse e il 90 per cento dei parlamentari uscenti premiati: ricandidati e capilista.
 

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