Il commissario Montalbano torna in tv, vi portiamo sul set: ecco i luoghi resi famosi dalla serie

Il commissario Montalbano torna in tv, vi portiamo sul set: ecco i luoghi resi famosi dalla serie
di Carlo Ottaviano
Sabato 10 Febbraio 2018, 13:25 - Ultimo agg. 15 Febbraio, 09:14
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Ritorna su Rai1 il Commissario Montalbano e, come prevedibile, l'Auditel decreterà il successo dell'ennesima serie che anche in replica (ma questa volta, il 12 e 19 febbraio, sono episodi nuovi) conquista una media di otto milioni di telespettatori a puntata. Gran parte del successo della serie si deve certamente anche al fascino dei luoghi, tant'è che dalla prima stagione trasmessa nel 1999 è cresciuto in modo esponenziale pure il turismo legato a Montalbano. Scicli, Modica, Ragusa e gli altri paesi del Val di Noto, sono città scoperte dal grande pubblico grazie alla tv e non perché patrimonio dell'Unesco con i tanti palazzi e le chiese mozzafiato costruiti dopo il terremoto del 1693.
 

 

E, del resto, prima del drammatico caso alcuni anni fa del piccolo Loris Stival, ucciso dalla madre Veronica, nessuno sapeva dove fosse Santa Croce Camerina o ne aveva mai sentito parlare. Tutti però conoscevano la spiaggia di Marinella (in realtà si chiama Casuzze) dove ha casa Montalbano. La villetta nel territorio di Santa Croce Camerina è oggi è un b&b neanche eccessivamente costoso, considerando che è a 11 passi esatti – calcolati da chi scrive – dal mare d'Africa. Perché qui siamo più a sud del sud: se si osserva bene la carta geografica, Tunisi è più a nord di questo spicchio di sud Europa. 

Anche nei nuovi episodi  del commissario più amato della tv, Scicli, in provincia di Ragusa, resta il cuore delle serie. Zingaretti racconta l'amore per la cittadina nel bel libro “Scicli, città felice”, del fotografo Armando Rotoletti. «Mi portarono a cena – racconta l'attore - e arrivai all'imbrunire. La dolcezza del crepuscolo mi fece venire voglia di piangere. Improvvisamente ero invaso da una gran pace e nello stesso tempo dall'inquietudine di riempirmi gli occhi dei suoi palazzi e le orecchie dei suoi silenzi». Dopo cena Zingaretti restò fino a tardi a passeggiare per le vie del paesino barocco. «E allora capii – racconta ancora a Rotoletti – che Scicli aveva qualcosa nella sua accoglienza, nella sua dolcezza, nella sua placidità, un che di femminile, quasi materno».

L'attore romano è talmente innamorato della zona da essersi sposato nel 2012 proprio qui – al Castello di Donnafugata – con Luisa Ranieri. Per mostrare alcuni angoli dei luoghi di Montalbano, sfruttiamo le immagini di tre recenti bellissimi libri del fotografo siciliano (ma che vive a Milano) Rotoletti che possono essere acquistati direttamente scrivendo all'autore (armando@armandorotoletti.com) o su Amazon: Scicli, già citato; Noto, le pietre e i volti; e il recentissimo Sicilia in piazza, un reportage unico delle piazze dell'isola che Rotoletti ha liberato da tavolini di bar, auto in sosta e oggetti vari per restituircele così come erano state progettate. 

Ma torniamo al nostro commissario. Perchè c'è Vigata e Vigata. Anzi c'è Sicilia e Sicilia. Di Vigata c'è quella dei testi scritti di Andrea Camilleri e l'altra del Commissario Montalbano televisivo. La prima è Porto Empedocle, nell'agrigentino, dove è nato e cresciuto lo scrittore; la seconda sono i paesi dei Monti Iblei a cavallo tra Ragusa e Siracusa, scelti dal regista Alberto Sironi per la tv. “I luoghi dei romanzi sono più veri del reale, sono impietosi nella loro causticità. E' un mondo – scrivono gli autori della Guida ai “Luoghi di Montalbano” edita da Sellerio - in cui l'abusivismo edilizio ha sfregiato una regione bellissima, in cui l'uomo ha violentato la propria terra. I luoghi della fiction sono invece ovattati, splendidi nella loro imperturbabilità, luoghi che l'uomo moderno non è riuscito a contaminare”. 

A Scicli, Noto, Modica, Ragusa, nelle campagne intorno, lungo le coste, sono girate molte scene. «Abbiamo trovato anche una fattoria sull'altopiano alla fine di una lunga e polverosa trazzera con sette tornanti e abbiamo coinvolto i volenterosi ragazzi che la abitano. Fanno parte di una cooperativa di disabili», racconta Pasquale Spadola, direttore della Ragusa Film Commission. I ragusani sono abituati da anni a ricevere i grandi attori e a offrire professionalità e assistenza. La zona è un set cinematografico naturale sin dai tempi di Germi e Zampa. Divorzio all'italiana con Mastroianni e Sandrelli è tra i film più noti ma qui sono state girate centinaia di pellicole, da Kaos dei fratelli Taviani, al recente L'Attesa con Juliette Binoche, per citarne solo un paio.

Patria virtuale delle inchieste del commissario Montalbano, la sonnolenta provincia ragusana non è certo immune dalle offese del tempo.
Ma è pur sempre una Sicilia diversa, grazie anche al turismo cresciuto sull'onda dei successi cinematografici. Tutto considerato una Sicilia tranquilla. Priva storicamente di grandi feudi, in gran parte – non del tutto - immune dall'invadenza dei fenomeni di criminalità organizzata, un tempo veniva definita “babba”, cioè stupida, perché priva della furbizia della mafia. Eppure - come scriveva l'indigeno Gesualdo Bufalino, premio Campiello e Strega nel 1988 - “bisogna essere intelligenti per venire a Ragusa Ibla, una certa qualità d'animo, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo nero che spia.” Immagini che sembrano rubate proprio dai set televisivi e che invece sono realtà.

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